Accompagnare spiritualmente è un'arte del Risorto. Qui e ora

Sequel. Discepoli di Gesù. Un nuovo "spazio" per approfondire il mandato della Chiesa: accompagnare i suoi figli a non perdere la relazione con Gesù

Accompagnare spiritualmente è un'arte del Risorto. Qui e ora

Inizio questa nuova rubrica dal titolo “Sequel”. Quasi un seguito: di un film – nel linguaggio comune – di un’opera già iniziata – potrebbe trattarsi di “spiritoanimacorpo” degli scorsi anni. “Sequel”, per noi cristiani è il seguito. “A seguito” di Gesù. “Sequel” è la vita cristiana. I passi del cristiano dentro alla propria vita. Ma quali passi? Come? Cosa? Quando? “Sequel” dice la sequela in atti concreti e decisioni precise. Perché l’esistenza sia davvero cristiana.

sequel

In questo tempo della Chiesa si parla molto di discernimento, grazie a papa Francesco, grazie al Sinodo dei giovani della nostra Diocesi e al cammino che la stessa Chiesa di Padova sta compiendo sul futuro delle parrocchie, grazie anche agli interrogativi che il vescovo Claudio pone con la visita pastorale. Una rete gettata nel mare e tirata su, dice Gesù, ha poi bisogno di cernita.

“Cernita”, come cerniera: cosa incastrare per trattenere dentro, cosa aprire e lasciar andare. La cernita, il discernimento lo si fa sempre in tutti gli ambiti. Nello scrivere: si sceglie cosa dire e si taglia il di più. Nel preparare un piatto. Nello scegliere un bullone in officina. Nel decidere come intraprendere una terapia. Il discernimento è per ogni cosa e per tutti i tempi della vita: per chi diventare e per come diventare. Per chi essere e per come rimanere. Per come educare. Per verificare se sto facendo bene come genitore. Lo è per la nostra Chiesa particolare, per il ministero sacerdotale, per i diversi organismi di partecipazione alla vita ecclesiale, per i singoli, per la vita spirituale delle parrocchie, per come utilizzare i soldi, per la gestione della vita sessuale. Ma la differenza lo fa proprio il “sequel”. Scelgo seguendo chi? A seguito di chi posso dire se sto facendo correttamente? Noi rispondiamo: in relazione con il Cristo, al suo seguito, appunto! Il discepolo è tale proprio perché al seguito di Gesù.
In quest’anno vorrei provare a compiere alcuni passaggi con i lettori proprio sul modo di fare il discernimento cristiano. Immagino un adulto, un giovane, un sacerdote, un genitore, una coppia che prova a disquisire con me sull’accompagnamento spirituale. Vorrei insieme con voi capire, approfondire questo mandato che la Chiesa ha: accompagnare i suoi figli a fare la volontà di Gesù. Accompagnare i suoi figli a non perdere la relazione con Gesù.

Ora mi immagino una persona, forse potresti essere anche tu che stai leggendo, che mi pone il primo interrogativo. «Sento parlare di direzione spirituale. Qualche prete mi parla di accompagnamento spirituale. È la stessa cosa?». Sì, è la stessa cosa! Ma qualcuno potrebbe fare accompagnamento dirigendo la persona e altri potrebbero essere dei direttori spirituali che la accompagnano. Sembra una battuta, ma ho nel cuore la pagina dei discepoli di Emmaus. L’azione del Risorto è accompagnare. Con parole e gesti. Non li dirige a Emmaus e neppure a Gerusalemme. Queste sono scelte dei discepoli. Il tratto di strada è il momento opportuno per aprire loro la mente alle Scritture e ai segni pasquali. Accompagnare spiritualmente allora è un’arte del Risorto. Che lo riattualizza, qui e ora, nella fede. Tutti ci distanziamo dall’essere diretti, ma tutti aneliamo alla compagnia. E Gesù desidera ardentemente far strada con noi, dalla parte della compagnia!

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