#Ac per il Sinodo. Chiamata alla corresponsabilità
Nelle linee programmatiche 2021-22 un capitolo è intitolato “#Ac per il sinodo”. Contiene le coordinate del Sinodo diocesano, per inquadrarlo al meglio, ma anche «lo stile e l’impegno dell’Ac a favore» di questo evento che coinvolge tutta la Chiesa di Padova.
«In continuità con uno stile imparato nel corso del Sinodo dei giovani – spiega il presidente diocesano – consegniamo alle presidenze parrocchiali e vicariali tre punti chiave per stare dentro in pieno a un “movimento” che è più grande di noi. Ma non solo per osservarlo e registrare che qualcosa sta avvenendo. Vogliamo sentirci coinvolti, dare fiducia, incoraggiare, metterci del nostro con forza. Desideriamo che ciascun socio possa rispondere a suo modo alla chiamata alla corresponsabilità che il percorso del Sinodo costituisce».
Questi i tre punti chiave: essere palestra di sinodalità, partecipare da protagonisti, con mitezza. «La prima dimensione ce l’ha consegnata papa Francesco il 30 aprile 2020, all’udienza in occasione della 17a assemblea nazionale. In ambito associativo c’è l’abitudine al confronto, alla tessitura di cammini... La sinodalità è “cosa” ordinaria. Matteo Truffelli, che ha guidato l’Ac a livello nazionale per sette anni, ha parlato di sinodalità come “il più grande dono che l’Ac può fare alla Chiesa”. Non vuol dire pavoneggiarsi o sentirsi arrivati! È una continua tensione, un continuo allenamento. Vuol dire esserci, donarsi, fare in modo che – nel caso del Sinodo diocesano di Padova – gli adulti si propongano come facilitatori e i giovani e gli educatori volentieri si sentano chiamati in causa e possano cogliere tutta la ricchezza del dialogo intergenerazionale».
Tutto questo con l’atteggiamento della mitezza: «Che vuol dire, anche di fronte alle fatiche, rifiutare ogni aggressività, imposizione, prevaricazione. La mitezza, ce l’ha ricordato Matteo Truffelli, è un gesto profetico dentro la Chiesa».