Il nuovo anno accademico del "Pollini" sulle note di Fauré, mercoledì 2 novembre alle 20.30 ai Servi di Padova
Mercoledì 2 novembre, nella ricorrenza dedicata a tutti i defunti, alla Chiesa di Santa Maria dei Servi di Padova, ore 20.30, il Conservatorio di Musica “Cesare Pollini” proporrà l’esecuzione di due intense e ispirate composizioni di Gabriel Fauré (1845-1924): la “Cantique de Jean Racine” op. 11 e il Requiem op. 48, la più nota e la più importante tra le grandi opere del compositore ed organista francese. Il brano di apertura fu composto nel 1864-65 per un concorso interno all’École Niedermeyer di Parigi, vincendolo.
La prima esecuzione risale al 1866 in una versione con il coro a voci miste accompagnato da organo e archi. Il testo è tratto dalla traduzione francese, ad opera del drammaturgo Racine, dell’inno latino attribuito a Sant’Ambrogio “Consors paterni luminis”. Diverse sono le analogie stilistiche della Cantique con il Requiem ed è anche per questo che le due opere vengono spesso eseguite insieme. La versione del Requiem op. 48 di Fauré proposta dal maestro Francesco Loregian, docente di Esercitazioni corali al “Pollini”, coordinatore e direttore dell’evento musicale che inaugura il calendario di concerti dell’anno accademico dell’Istituto padovano, è quella del 1893, strutturata in sette movimenti (Introito e Kyrie, Offertorio, Sanctus, Pie Jesu, Agnus Dei, Libera me, In Paradisum). L’opera è composta per soprano e baritono solisti, coro misto, orchestra e organo. A differenza delle impostazioni tipiche del Requiem, la sequenza del Dies Irae viene omessa, sostituita dalla sua sezione Pie Jesu: non si incontra dunque mai l’ira di Dio, che non si allinea con l’idea di riposo eterno di Fauré, ma soltanto sentimenti di pace e consolazione; la stessa moltitudine di colori strumentali e vocali rendono il Requiem assai suggestivo musicalmente. Il movimento finale In Paradisum si basa su un testo che non fa parte della liturgia della messa funebre, ma della sepoltura. Notevole la somiglianza strutturale dell’opera con l’Ein deutsches Requiem di Brahms, per quanto Fauré scrivesse la musica su testi liturgici latini e Brahms su una selezione di citazioni bibliche in tedesco. Fauré fu una figura tra le più rappresentative del proprio tempo, ebbe come allievi, fra gli altri, Maurice Ravel e Alfredo Casella. È riuscito a far confluire nella propria scrittura lo spirito chopiniano, il classicismo di Beethoven, le armonie wagneriane e le nuove soluzioni impressionistiche. «Un appuntamento di spessore riservato agli amanti della grande musica classica e sacra», commenta il direttore Loregian, «un evento che vuole sottolineare con delicatezza e al contempo profondità la ricorrenza, sulla scorta del sentimento di pace ricercato da Fauré». L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.