Un’alleanza per il pensiero. Università cattolica, Settimana sociale e territorio
La visione che Elena Beccalli, professoressa ordinaria di economia degli intermediari finanziari, vede per il futuro dell’Università Cattolica di cui è rettrice dal 1° luglio
“Mi piacerebbe che la Cattolica diventasse la migliore università per il mondo e non del mondo, che vuol dire essere un ateneo al servizio del bene comune a partire da chi è ai margini. Ecco allora la necessità di una collaborazione tra ricerca e didattica per incidere con i loro risultati alla terza missione aiutare a porsi domande giuste sulle questioni prioritarie di oggi. Un contributo di pensiero che nasce da una ricerca di qualità che impatta anche nel dibattito politico e pubblico
Si può cogliere in un’intervista pubblicata su “Avvenire” del 4 luglio un tratto della linea che Elena Beccalli, professoressa ordinaria di economia degli intermediari finanziari, vede per il futuro dell’Università Cattolica di cui è rettrice dal 1° luglio.
Ci sono due aspetti di questa nomina che parlano anche al di fuori dell’ateneo: la figura femminile che, senza dimenticare Armida Barelli, arriva dopo uomini illustri; una competenza che se non è direttamente riconducibile alla formazione umanistica dei predecessori testimonia che tutte le discipline contengono il seme dell’umano.
E questo è un dato che conferma quanto il respiro della scienza e della tecnologia vada oltre il frammento della specializzazione e oltre un obiettivo esclusivamente orizzontale.
Amava ripetere il card. Attilio Nicora che anche l’economia era una disciplina umanistica intendendo con questo affermare che una competenza specialistica non è mai separata da una competenza più ampia, che riguarda la vita e il pensiero dell’uomo.
Ed è proprio su questo punto che la rettrice richiama le altre due missioni che ritiene importanti per l’ateneo: il dialogo e il confronto tra i diversi saperi e il circolo virtuoso fondato su didattica e ricerca quale cifra distintiva di una comunità educante.
Da qui il pensiero va immediatamente ai giovani per dire che la Cattolica – come affermava Giuseppe Lazzati – non può e non deve essere una fabbrica di laureati, anche se preparati al meglio, ma un luogo dove offrire “una formazione integrale trasmettendo loro valori che facciano poi la differenza”. E in questo percorso formativo trova spazio la dimensione spirituale fondamentale per lo sviluppo dello “spirito critico”.
Nelle parole della rettrice è importate cogliere anche il messaggio che va oltre l’Università e si riflette sulla testimonianza dei cattolici nella cultura, nella società e nella politica. Un messaggio che arriva nei giorni della 50° Settimana sociale dei cattolici dedicata alla democrazia che ha sollecitato un percorso dove ritrova spazio la fatica del pensare e lo scoprire la bellezza del servire il bene comune.
Messaggi che valgono anche per il territorio, luoghi ai quali la Cattolica e la Settimana sociale si rivolgono come soggetti di un’alleanza per un pensiero generativo di scelte coraggiose e capaci di cambiare direzione a una storia in cui la cultura del conflitto cerca di avere la meglio sulla cultura del dialogo.