Scuola e lavoro, spina dorsale del futuro. Il compito arduo del nuovo assessore veneto Mantovan

Da martedì scorso Valeria Mantovan, 34enne laureata in Legge al Bo nel 2020, ha un compito tutt’altro che semplice. Nell’anno che resta di consigliatura regionale, toccherà a lei occuparsi di Istruzione e Lavoro nella Giunta regionale del Veneto, sostituendo la collega di partito (Fratelli d’Italia) Elena Donazzan – volata a Strasburgo in qualità di eurodeputata – e smettendo la fascia tricolore di Portoviro, di cui era stata eletta sindaco nel 2022. 

Scuola e lavoro, spina dorsale del futuro. Il compito arduo del nuovo assessore veneto Mantovan

Sgombriamo subito il campo da due argomenti del tutto secondari, su cui pure ha indugiato molto il dibattito pubblico in queste settimane. Il primo: per arrivare alla nomina ci sono voluti due mesi di telefonate, contatti e marce indietro tra i partiti della maggioranza; è ovvio che tutti avremmo voluto che si facesse prima, ma l’interlocuzione tra partiti è un passaggio obbligato da sempre e a tutti i livelli, il fattore decisivo semmai è che alla fine delle trattative si scelga una persona competente e capace sotto tutti i punti di vista (le cronache nazionali di agosto e settembre parlano da sé). Il secondo: speriamo che il genere e l’età anagrafica del nuovo assessore veneto non siano più fonte di meraviglia. In un Paese del G7 è del tutto normale che una donna di oltre trent’anni, con un curriculum di tutto rispetto come quello di Valeria Mantovan (dove figurano meritoriamente anche le esperienze dietro il bancone dei bar Petrarca e Ai Bastioni di Padova) ricopra una posizione decisionale importante. Urge soffermarsi, semmai, su tematiche tutte interne alle deleghe che il presidente Zaia ha messo nelle mani di Mantovan e, visto il recentissimo inizio di anno scolastico partiamo dall’Istruzione. Si parla molto in questi giorni di salario degli insegnanti (il presidente Mattarella a Cagliari), di edilizia scolastica rinvigorita dai fondi del Pnrr, e anche di diritti legati alla scuola, di cui si discute da agosto, prima a Roma poi anche a Venezia, vista la virata di Forza Italia sullo ius scholae. Eppure, in mezzo a queste enormi questioni, ci sono dati, forse inattesi, che la dicono lunga sulla situazione dei ragazzi veneti. L’Ufficio studi della Cgil di Mestre, proprio in questi giorni, ha reso noto che la dispersione scolastica in Veneto riguarda un alunno su dieci e che nel corso dell’anno scolastico 2023-24 è aumentata dell’1,5 per cento. Non siamo ai livelli della Provincia autonoma di Bolzano, dove il balzo arriva a un più 5,6 per cento, e neppure a quelli della Campania, dove vivono 70 mila dei 431 mila studenti che hanno abbandonato anzitempo la scuola. Eppure è necessario un lavoro approfondito sulle cause e sulle conseguenze di questo trend che non sembra arrestarsi, anzi. Passando all’altro grande ambito di impegno dell’assessore Mantovan, il lavoro, prendiamo ora in considerazione La Bussola di settembre di Veneto Lavoro, la pubblicazione dell’agenzia regionale che ogni mese fa il punto della situazione. In un contesto positivo, in cui il Veneto è cresciuto di ben 77 mila posti di lavoro nel 2024, occorre sottolineare che solo 17 mila di questi sono a tempo indeterminato e che nell’agosto 2024 le assunzioni mensili sono calate del 2 per cento rispetto allo stesso mese del 2023, con punte negative in provincia di Padova (– 5,2 per cento) e Vicenza (– 5,6). Solo Treviso cresce, del 4,3 per cento. Nel saldo annuale 2024, le assunzioni crescono in agricoltura (+ 13 mila), turismo (+ 45 mila) ed edilizia (+ 2.700), ma calano nella manifattura, e in particolare nel metalmeccanico (– 117), nel tessile (– 1.050) e nel calzaturiero (– 500). Sembrano quindi consolidarsi posti di lavoro a carattere stagionale, o comunque periodici, a scapito di un’occupazione stabile, nei settori tradizionalmente trainanti per il Veneto. L’assessore eredita una Regione attiva e meritatamente benestante. E tuttavia i segni di un cambiamento d’epoca ci sono tutti. Occorrono visione e capacità di analisi per mettere in campo un nuovo modello, dopo che quello del “boom” di oltre quarant’anni fa sembra in via di superamento. Buon lavoro e buona scuola, dunque, a Valeria Mantovan. E a tutti i veneti.

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