Preti che lasciano. La scelta di fedeltà di tanti sacerdoti fa meno rumore
Caro direttore, come parroco trovo inappropriata l’eco mediatica relativa a un mio confratello, che ha scelto deliberatamente di allontanarsi dalla Chiesa.
La mia completa fedeltà a una pastorale ordinaria mi fa sentire estraneo alle riflessioni del confratello in predicato. Un tempo che non ci riconosce; lunghe notti vegliando; la fedeltà silenziosa; la solitudine; “vita da mediano” sempre nel tritacarne delle incomprensioni. Ma, caro direttore, fa più rumore un albero che cade, più che una foresta che cresce. Purtroppo il boccone amaro se lo deve sorbire il nostro vescovo, ma di riflesso anche noi. Beh! Comunque io scelgo la virtù dell’obbedienza, anche se don Milani scriveva che l’obbedienza non è più una virtù... ma lo scriveva su una scelta di vita evangelica. E qui mi chiedo una cosa che ritengo centrale per me prete: quello che faccio cosa interpreta? Il mio ministero è la facciata di me stesso, del mio protagonismo o dovrebbe diventare il rimando a un oltre? Quindi un dire: prima di me c’è la mia Chiesa che mi ha scelto e io servo. Prima di me c’è Dio e la sua volontà, non la mia. Così ha fatto Gesù con il Padre. Non ho bisogno di uno pseudo cristianesimo orizzontale, lo sanno fare altri meglio di me, io come prete sono altro. E invito a leggere nei Promessi Sposi quello che fra Cristoforo dice prima di essere allontanato per aver preso le difese dei deboli: «“Oh Dio! Cosa faranno que’ meschini, quando io non sarò più qui!” Ma alzò gli occhi al cielo, e s’accusò d’aver mancato di fiducia, d’essersi creduto necessario a qualche cosa» (Alessandro Manzoni, Promessi sposi, cap. XIX, capoverso 270).
Un abbraccio,
don Lorenzo Mischiati
Carissimo don Lorenzo,
grazie di cuore per la tua testimonianza e – cosa non secondaria – per aver scelto di condividerla con i lettori della Difesa. La nostra società è ancora oggi destinataria di un grande dono, la presenza e l’azione di centinaia di preti dediti alla Chiesa e al territorio che abitano. Ma per qualche strana ragione non sembra accorgersene...
Luca Bortoli