Per riaccendere l’ascensore sociale serve avviare percorsi che aprano nuove opportunità
La scarsa mobilità sociale produce effetti ancora più gravi quando coinvolge gli strati più poveri della popolazione.
Siamo in un periodo di stagnazione non tanto, o almeno non solo, perché i sistemi economico e di consumo appaiono bloccati e poco capaci di creare ricchezza, ma perché le persone sembrano cristallizzate negli strati sociali da cui provengono. La mobilità sociale è bloccata. Un fenomeno che colpisce soprattutto i giovani, perché toglie loro le prospettive di crescere rispetto a quanto la proprio famiglia aveva realizzato e perché limita le loro aspirazioni.
Alcuni studi mostrano che spesso i figli non trovano un lavoro migliore di quello dei loro genitori, e nemmeno godono di un reddito paragonabile, al netto delle differenze temporali, a quello delle generazioni che li hanno preceduti. La mancanza di mobilità sociale è accompagnata all’incremento delle disuguaglianze, perché ci si accorge che persone con identico titolo di studi non avranno le stesse occasioni, tanto dipende dalla condizione sociale della famiglia di provenienza.
La scarsa mobilità sociale produce effetti ancora più gravi quando coinvolge gli strati più poveri della popolazione. Una ricerca Ocse, intitolata significativamente: “Un ascensore sociale rotto” rileva che in Italia ci vorrebbero almeno cinque generazioni, prima che i figli di una famiglia a basso reddito possano raggiungere il salario medio della popolazione. Una società statica trasmette la povertà di padre in figlio.
Per riaccendere l’ascensore sociale serve avviare percorsi che aprano nuove opportunità. Un punto di partenza è il sistema di istruzione, che ha bisogno di rinnovarsi in modo da coinvolgere in percorsi formativi tutti i giovani attraverso percorsi che accompagnino verso lavori dignitosi.
Però c’è anche una seconda dinamica da considerare. La mobilità sociale può rimanere statica perché il livello medio raggiunto della qualità della vita può essere alto. Se confrontiamo il livello di benessere medio dei Paesi europei, e anche quello italiano, è superiore rispetto a quello che si riscontra in Paesi di altri continenti. Riavviare la mobilità sociale può richiedere una trasformazione culturale attraverso un diverso stile di vita che rovescia la piramide dei valori della società dei consumi, come sostiene nella Laudato Si’ Papa Francesco “Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà”.