Oltre il grigio. I colori del pensiero e della vita nei giornali di strada

C’è nel nostro Paese  un fiorire di giornali e siti, in gran parte creati da giovani, che nascono dalla ricerca  di un incontro con l’altro

Oltre il grigio. I colori del pensiero e della vita nei giornali di strada

A volte nel percorrere le autostrade dei media nazionali e internazionali si avverte di quando in quando l’esigenza di altri percorsi che attraversando la vita e il pensiero di persone e comunità consentano di vedere altri colori oltre il grigio.

Percorrere questi sentieri alla ricerca di orme e tracce di solidarietà e di giustizia si rivela un esercizio di fiducia e di speranza, aiuta a non cedere al pessimismo nello sfogliare un giornale, a navigare senza naufragare nei siti e nei social, a peregrinare senza smarrirsi lungo i canali radiotelevisivi.

Il messaggio che viene da questi sentieri sul territorio e nel mondo non è quello di ignorare le autostrade a più corsie dell’informazione bensì di rafforzare la coscienza critica nel percorrerle e nel prendere consapevolezza che non c’è solo una storia dei potenti ma c’è una non meno importante storia di persone umili, libere e pensanti.

C’è nel nostro Paese  un fiorire di giornali e siti, in gran parte creati da giovani, che nascono dalla ricerca  di un incontro con l’altro:  uno di questi è il mensile “Scarp de’ tenis”, direttore Stefano Lampertico, che rimanda a una canzone di Enzo Iannacci  ma soprattutto richiama l’immagine delle suole delle scarpe consumate sulle strade per raccontare ciò che si ascolta, ciò che si vede e in particolare le persone incontrate.

Il numero di giugno di “Scarp d’ tenis”, che a quello nazionale unisce uno sguardo internazionale, ha in copertina una foto che ritrae donne indigene boliviane impegnate n ardite arrampicate con bombetta, trecce lunghissime, gonne sgargianti come se andassero a un ballo nella piazza del loro paese.

Queste donne, dall’appellativo “Cholitas”, scalano pareti anche di 6000 metri e si preparano a sfidare l’Everest con la motivazione di gridare al mondo i loro diritti a lungo calpestati e ignorati. Sono un’immagine eloquente della ribellione di donne in altre parti del mondo alla violenza, ai soprusi, alle umiliazioni.

Nello stesso numero del mensile (www.scarpdetenis.it) compare un dossier dal titolo “Restanza – quelli che non se ne vanno”. Si riferisce alle aree interne del nostro Paese sempre più vuote spopolate e racconta di chi non si arrende all’abbandono e grazie alla lungimiranza di una manciata di sindaci porta nel paese di origine lavoro e competenze per rianimarlo potendo anche contare su politiche europee e nazionali.

Tra altri racconti che si susseguono  –  il Museo dei Quaderni,  la storia vista con gli occhi dei ragazzi; la felicità portata con un pallone di calcio in carcere; Nadia Nadim calciatrice di una squadra italiana di serie A fuggita dagli orrori di Kabul; il Pil palestinese distrutto dall’invasione israeliana; Valerio il cantautore degli ultimi a Napoli – spunta come sintesi graffiante una poesia di Luisa Spaziani: “L’indifferenza è inferno senza fiamme /ricordalo scegliendo fra mille tinte /il tuo fatale grigio”.  La poesia è una forma di comunicazione che più di altre riesce a trasmettere l’essenziale del pensiero e della vita.  Suggerisce di percorrere questi sentieri per dire che il grigio non è l’unico e neppure l’ultimo colore.

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Fonte: Sir