Medici con l'Africa Cuamm. "Come prima più di prima" per parti sicuri in Africa
Medici con l'Africa Cuamm parte con la nuova campagna a sostegno di 14 case d'attesa per le future mamme. Francesca Tognon, medico volontaria del Cuamm, racconta la sua esperienza in Sierra Leone a pochi giorni dall’Annual day del 7 novembre su Tv2000.
Immaginiamo di stare male e aver bisogno di un’ambulanza: possiamo chiamare il 118 e in pochi minuti essere soccorsi. Immaginiamo di aspettare un bambino e di avere le doglie: non serve l’ambulanza. Basta prendere la macchina e in venti o trenta minuti si potrebbe raggiungere un ospedale vicino.
E se vivessimo in campagna? Se la strada fosse dissestata o allagata dalle forti piogge? Se l’ospedale più vicino non avesse ambulanze da mandarci, mentre le contrazioni si fanno più frequenti? Se vivessimo su un’isola e pagare il carburante della barca costasse più di quanto la nostra famiglia potrebbe guadagnare in diversi mesi di lavoro? Probabilmente partoriremmo in casa, sperando di avere fortuna.
Tutto questo sembrerà irreale, ma immaginate di essere in Sierra Leone. Ci ho vissuto per qualche anno e mi sono occupata dei trasporti di emergenza, per portare donne che dovevano partorire o bambini malati in ospedale. Si stima che in Sierra Leone ogni cento nascite una donna muoia; sono 265 mila all’anno in tutta l’Africa. La paura del contagio da Coronavirus tiene lontane le donne dagli ospedali e i numeri stanno addirittura aumentando.
Le ambulanze potrebbero fare molto per risolvere questo problema, ma ci sono anche altri mezzi più economici che abbiamo visto funzionare. Sono le case d’attesa: strutture che sorgono vicino all’ospedale, dove le donne si possono trasferire negli ultimi giorni della gravidanza. Così, quando inizieranno il travaglio, saranno già vicine all’ospedale e quindi certe di essere assistite. E di poter fare il cesareo o ricevere una trasfusione, se necessario.
In Tanzania è stato dimostrato che non servono solo a prevenire le complicanze del parto, ma sono anche strumenti per garantire più equità tra le donne che vivono nelle aree rurali, almeno al momento del parto.
In Sierra Leone, a Gondapi nel 2016, dopo l’epidemia di Ebola abbiamo trasformato un centro di isolamento in una casa d’attesa. Sorgeva vicino a un punto nascite dove era presente un’ostetrica, distante 45 minuti in ambulanza dall’ospedale di riferimento di Pujehun. Un tempo considerato breve, in quella regione.
La particolarità di Gondapi, che sorge su un ampio fiume che ricorda una laguna, è che è sede di un grande mercato. Ogni settimana arrivano lì moltissime barche e le future mamme aspettano il giorno del mercato per prendere la barca e dividere le spese del viaggio con altri.
In quella casetta di cemento ho incontrato Aminata. Sembrava una ragazzina, aveva già partorito sette volte, ma solo tre figli erano ancora in vita. Rischiava forti emorragie e fortunatamente aveva scelto di prevenire il peggio. Ha affrontato un lento viaggio in barca, è andata da sola in un villaggio che non conosceva, ha lasciato a casa i suoi tre figli fidandosi di chi le diceva che in un posto lontano avrebbe trovato un letto e un pasto per lei, aspettando di partorire in sicurezza.
Aminata ha superato alcune barriere fisiche e molte difficoltà pratiche per dare la vita al suo bambino, ma è stata bene e non ha dovuto sperare di avere fortuna. Questo è un grande successo.
Francesca Tognon
Medici con l’Africa Cuamm
Come fare
Per continuare a combattere contro la morte di mamme e bambini, Medici con l’Africa Cuamm lancia la nuova campagna “Come prima più di prima” per sostenere 14 case d’attesa già esistenti, valorizzando buone pratiche che in questo momento di crisi rischiano di sparire, per mancanza di fondi.
Assicurare a una donna il trasporto verso la casa d’attesa costerebbe solo 5 euro, mentre fornirle cibo per 15 giorni di permanenza nella struttura 30 euro. Una visita prenatale costa 15 euro, 40 assicurare il parto assistito in ospedale.
È possibile sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org