Laboratorio giovani. Credere domani: mettersi in ascolto di se stessi
Durante i quattro giorni del Laboratorio giovani “Credere domani”, la parola che è risuonata maggiormente nelle sale della casa di spiritualità San Fidenzio di Verona è stata senza dubbio “ascolto”.
Ascolto soprattutto delle storie di Emanuele, Luca, Maria e Maria Elena, quattro giovani le cui esperienze di vita e di fede sono confluite in “Cerco, dunque credo?”, ricerca curata da Rita Bichi e Paola Bignardi (Milano, Vita e Pensiero Editore, 2024) e punto di partenza per i lavori del laboratorio. Le nuove modalità di approcciarsi alla spiritualità che sono state argomento di confronto e condivisione tra i partecipanti sono infatti emerse dalle interviste a cento uomini e donne tra i 18 e i 29 anni che, in maniera e per motivi diversi, si sono allontanati dalla Chiesa e hanno sperimentato, talvolta, modi alternativi di vivere la propria fede. Convinzione di fondo è stata che anche attraverso queste esperienze di distacco lo Spirito ci parla e ci indica nuove vie, nuove strade da percorrere, come fedeli e come Chiesa. Non sono mancati a questo proposito anche esempi concreti: proposte di pastorale capaci di intercettare le necessità dei più giovani, in grado di coniugare forti esperienze di servizio al dialogo con alcune figure significative, di conciliare l’incontro e la condivisione informali con la lettura e il discernimento sul Vangelo. L’ascolto delle testimonianze, il confronto in piccoli gruppi e alcuni momenti di riflessione sulla Parola hanno così permesso ai novanta partecipanti al laboratorio di vedere da un’altra prospettiva anche il proprio modo di concepire la spiritualità, accettando anche forme diverse di viverla e talora allontanandosi dalle sue espressioni più tradizionali e abitudinarie. L’appuntamento di quest’anno intende infine essere solo la prima tappa di un cammino che proseguirà anche nel 2025 e nel 2026, quando l’attenzione si focalizzerà prima sulla dimensione antropologica dei giovani di oggi e in secondo luogo su come la nostra esperienza di Chiesa venga toccata da queste sollecitazioni.
Riccardo Indraccolo
Caro Riccardo, grazie molte per aver condiviso queste riflessioni. Che questo primo passo costituisca una base solida per le prossime tappe del percorso che vi attendono. Mi incuriosisce molto l’approfondimento sull’antropologia dei giovani che vivrete il prossimo anno. La velocità con cui si verificano cambiamenti sociali e culturali (pensiamo al modo di vivere le relazioni) potrebbero spingerci ad accelerare il ritmo con cui cambiamo anche il metodo di condividere la fede in Cristo. Siamo davanti a scelte esistenziali.