L'Opsa in Prato della valle. Tutti hanno visto il miracolo della Provvidenza
Da giovedì scorso (20 giugno, ndr) l’Opsa per la prima volta ha abbassato il ponte levatoio e non è più una fortezza in cui, si diceva, sarebbero rinchiusi uomini che non hanno la possibilità di vivere tra noi.
Addirittura si favoleggiava di sotterranei segreti che celavano queste creature inguardabili. Una cosa è certa, che gli uomini ancora credono nelle favole dell’horror. Ma la Provvidenza ha fatto un gran miracolo e grazie a un numeroso stuolo di volontari di tante età, e a un lavoro enorme di fatica e di organizzazione, l’Opsa è sbarcata nella più grande piazza d’Europa e, lasciatemelo dire, la più bella: il Prato della valle. Ed era ora, perchè tanta gente sapesse la grandezza del il miracolo dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio, che dona ospitalità, cure sanitarie e relazioni affettive a chi non può vivere da solo.
E per l’Opsa i volontari sono accorsi numerosi, gente giovane e anche di età, e c’erano pure penne nere e operatori sociosanitari che hanno cucinato e distribuito centinaia di ottimi pasti a mezzogiorno e sera, venerdì sabato e domenica. Un menù ricco di primi piatti offerti dalla Confraternita dei Bigoi al torcio, fatti e cucinati al momento, ma anche messi in vaschetta e portati a casa per prolungare un piacere al palato nei giorni successivi. I secondi di pesce cucinati alla veneta andavano a ruba come i primi piatti e poi c’erano i dessert, ottime bevande, caffè e per chi voleva anche un amaro che non stonava dopo tante delizie. E c’è stato anche un momento di commozione quando sotto l’immenso tendone è apparsa la Banda di cartone formata da una ventina di ospiti dell’Opsa, guidati dal maestro Andrea Pomarolli, tutti molto compiti e ispirati, hanno aperto lo spettacolo con l’Inno di Mameli e chiuso con la Marcia di Radetzky. Gli occhi dei presenti luccicavano e qualche lacrima è scesa. Una volta tanto ho voluto raccontare quanto ho vissuto nei tre giorni, indossando orgogliosamente la rossa maglia dei volontari con la scritta “Il bene che Opera”.
Piera Fracassi Cipresso
Genitore con un figlio all'Opsa e Presidente dell'Associazione "Mai soli" - disabilità di Padova