Educare nella società planetaria. Ci sono due questioni che non possono essere trascurate in materia educativa: la relazione e la passione
Insegnare è un mestiere che richiede la prossimità, l’interazione continua. Innestare innovazioni richiede tempo e gradualità, non improvvisazione.
L’ormai famigerata Dad non ha avuto gli effetti sperati. Si pensava che potesse diventare una leva per stimolare gli insegnanti a un salto di qualità per rendere il sistema educativo più adeguato a rispondere alle sfide di una società planetaria.
Invece sembra evidente che i giovani studenti abbiano pagato caro le conseguenze della chiusura delle scuole, almeno sul livello di competenze acquisite il calo è stato notevole rispetto agli anni precedenti alla pandemia.
La pubblicazione dei dati Invalsi ha evidenziato un netto ritardo degli studenti delle medie e soprattutto delle superiori. I primi avrebbero perso circa quattro mesi di apprendimento di matematica e di due mesi di italiano, i secondi hanno lasciato per strada 5 mesi per entrambe le materie.
Ancora più allarmanti risultano i dati per quanto riguarda i maturandi e neo maturati: il 44% di loro non arriva agli obiettivi ritenuti minimi nel curriculo di italiano e il 51% in matematica, considerando l’anno 2019 – prima della pandemia – l’aumento è del 10% per entrambe le materie.
Che sia stata la Dad un fallimento pare evidente, dato che gli stessi dati Invalsi rilevano che nelle scuole primarie, che sono rimaste sempre aperte, problemi non si sono riscontrati e i risultati si sono confermati.
La Dad è rimasta una misura di emergenza, non un’alternativa, e non poteva essere così. Molto probabilmente è stata anche una questione di organizzazione dei corsi, di modulare le tempistiche di docenze in presenza da alternare con quelle a distanza. D’altronde il cambiamento non si improvvisa.
Ci sono due questioni che non possono essere trascurate in materia educativa: la relazione e la passione, perché insegnare è un mestiere che richiede la prossimità, l’interazione continua. Innestare innovazioni richiede tempo e gradualità, non improvvisazione.
Come evidenzia Edgar Morin, che ha festeggiato il suo 100esimo compleanno, in Educare per l’era planetaria: “L’insegnamento deve cessare di essere solo una funzione, una specializzazione, una professione, per ridiventare una missione di trasmissione di strategie per la vita. La trasmissione richiede, evidentemente, competenza, ma richiede anche una tecnica e un’arte”.