Decreto Caivano, Acli: “Inasprire le pene sui minori non serve a nulla”

Il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia: “La pena deve avere uno scopo rieducativo, soprattutto nel caso di minori. Abbassare l’età imputabile sposta la responsabilità di noi adulti sui ragazzi, magari nati in contesti in cui l’illegalità è molto diffusa”

Decreto Caivano, Acli: “Inasprire le pene sui minori non serve a nulla”

“La criminalità minorile è un problema, ma quello che bisogna fare per risolverlo è prevenirlo. Le Acli, tramite i suoi servizi educativi e il proprio ente di formazione professionale Enaip, e attraverso le attività proposte sui territori come lo sport, i doposcuola e gli spazi giovani, cercano di contrastare l’abbandono scolastico, il bullismo, la violenza, l’isolamento sociale, sostenendo le famiglie nel delicato compito educativo e cercando di riempire di qualità il tempo di bambini, adolescenti e giovani”. Così le Acli in una nota, a commento del cosiddetto Decreto Caivano.

“La pena deve avere uno scopo rieducativo, soprattutto nel caso di minori – dichiara il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia -: abbassare l’età imputabile sposta la responsabilità di noi adulti sui ragazzi, magari nati in contesti in cui l’illegalità è molto diffusa. A 12, 13 anni sappiamo bene che tanto ancora si può fare per aiutare questi bambini e le loro famiglie. Gli autori di reati, specie se minorenni, devono essere aiutati a comprendere la gravità del fatto compiuto, per diminuire le recidive: in questo la giustizia riparativa è un valido strumento”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)