Ambiente, Cingolani: “Una società più giusta è l’obiettivo della transizione ecologica”
Così il neoministro durante il convegno preparatorio della Conferenza nazionale per lo sviluppo sostenibile: “Fermare il progresso non è la soluzione, ma in nome del progresso non si può fare tutto. Insegniamo ai nostri figli la sobrietà digitale”
Tre sessioni: Sostenibilità è futuro; Sostenibilità è giovani; Sostenibilità è coesione territoriale. È cominciata oggi e durerà sino a domani la Conferenza preparatoria (virtuale), primo degli eventi pubblici “Verso la Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Insieme per il futuro, un rilancio sostenibile per l’Italia” previsti nel corso del 2021. Presenti all’evento le istituzioni competenti e tutti gli attori pubblici e privati impegnati nel processo di attuazione e revisione della SNSvS (Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile). Obiettivo, garantire il confronto tecnico e istituzionale al percorso intrapreso per offrire un contributo incisivo al rilancio sostenibile dell’Italia.
In apertura, i saluti nel neo ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Le conseguenze dell’emergenza climatica in atto – ha esordito – sono regolate dalla termodinamica, per cui quello che colpisce il clima è un danno veloce con un recupero lungo. Anche se smettessimo oggi di emettere CO2, il sistema ci metterebbe secoli a raffreddarsi. Non abbiamo molto tempo, siamo abbastanza a fine partita. Quando pensiamo alle conseguenze dell’emergenza climatica non parliamo di quello che succederà tra 500 anni, ma del fatto che a fine secolo il problema dell’acqua alta riguarderà le città costiere, e i nostri figli saranno presenti e lo subiranno. Si tratta di quelli che ci sono già, non delle future generazioni”.
“Siamo di fonte a una sofferenza sociale elevatissima. Una società più giusta è il vero obiettivo della transizione ecologica – ha proseguito –. La ricetta giusta non ce l’ha nessuno, dobbiamo capire cosa fare.
La soluzione non è fermare il progresso, ma nemmeno dire che in nome del progresso si può fare di tutto. Nella transizione ecologica vanno prese in esame diverse istanze, che cambiano nel tempo. Per esempio, ora che usciamo dal Covid ci sono istanze diverse da quelle che potremmo avere in un momento di grande prosperità economica. Non c’è una sostenibilità assoluta, dobbiamo capire di volta in volta cosa fare”. Cingolani ha ribadito la centralità, guardando al futuro, di sostenibilità ed economia: “Per risolvere l’equazione tra sviluppo e sostenibilità servono le tecnologie, ma anche educazione e consapevolezza. La consapevolezza pubblica è un tema a cui nella transizione ecologica dobbiamo prestare attenzione”.
Cingolani ha definito “irreversibile” l’emergenza climatica e ha chiesto di guardare avanti in un’ottica di prevenzione. Ha poi annunciato la redazione di un documento – “di qui a pochi mesi” – in grado di guidare le future scelte “di chi deve fare politica, durevole per le future generazioni”. Un riferimento, poi, all’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’arco dell’anno – “tra luglio e agosto cominceremo a vivere a debito” – e uno al concetto di transizione ecologica, che “va oltre il concetto consolidato di ecologia. È una transizione globale e in realtà antropologica. Ma, senza scomodare l’antropologia, dovremmo pensare a un’ecologia della mente, a un sistema e una società che si reggano su regole armoniche”.
Poi il digitale, “fantastica soluzione per essere sostenibili, ma non a costo zero”. Nel mirino l’abitudine di cambiare spesso telefoni cellulari, server e apparecchiature tecnologiche in generale: “Si dovrebbero insegnare ai figli misure di sobrietà digitale. Il digitale, infatti, oltre all’energia necessaria per produrre la plastica, costruire le varie parti e per tutti i vari passaggi produttivi, richiede una trentina di terre rare, materiali complessi e nobili che poi finiscono nella spazzatura per inadeguatezze nel ciclo dei rifiuti”. Secondo il ministro, "mancano programmi di riciclo a fine vita del componente elettronico e anche del recupero di materiali pregiati”.
Inquinamento, energia, housing, crescita delle metropoli, sistema del cibo e biodiversità: sono questi i nodi sollevati da Cingolani, che auspica una presa di coscienza globale: “L’umanità deve mettersi d’accordo sul fatto che è interesse di tutti combattere l’emergenza climatica. Si tratta di un assunto che pone seri problemi di politica internazionale: ci sono Paesi che rivendicano il diritto a uno sviluppo come quello che abbiamo avuto noi in passato, ed è difficile dire loro di rallentare. Su questi temi – riconosce il ministro – non c’è univocità da parte degli stati che, infatti, mettono in campo soluzioni diverse”. L’invito è a redigere un’agenda collettiva “dei primi pensieri su cui sviluppare un programma”.