A che ora è la fine del mondo?
Il futuro che cosa ci riserverà? Cose interessanti e belle oppure niente di buono?
E il tuo futuro, come sarà? Sembra venire meno, oggi, l’interesse per il domani, come se l’incertezza per il futuro ci facesse aggrappare tutti tremendamente al presente.
Circa il futuro, in queste settimane i brani della Parola letti durante la Liturgia ci portano dentro scenari a tinte forti, talvolta duri o difficili da decifrare. Ma qual è il messaggio che ci vogliono dare? Si avvicina davvero la fine? Sono racconti che descrivono precisamente cosa accadrà un domani? Sono soltanto delle storie?
“È stata un’apocalisse”, metteva come titolo un quotidiano dopo gli ultimi disastri naturali accaduti nel nord-est all’inizio del mese, come se l’Apocalisse fosse un’esperienza di distruzione. In realtà, nella Bibbia, questo termine ha tutt’altro significato: esso significa “rivelazione” e si riferisce alla rivelazione di Dio, della sua presenza nel mondo, della sua azione nel mondo, dei suoi segreti.
Il giorno del Signore verrà davvero, ma non sappiamo cosa accadrà veramente alla sua venuta. Sappiamo che egli sarà ancora una volta Amore donato e che le parole forti o enigmatiche di questi giorni sono una richiesta a fare sul serio, a deciderci per lui, ad accoglierlo mentre lui si fa vicino.
Il Signore è venuto nella carne, facendosi uomo come noi, verrà in un giorno che solo il Padre conosce e viene, in quel presente in cui ciascuno di noi è coinvolto. Decidiamoci gioiosamente per lui e allunghiamo lo sguardo verso l’orizzonte, pronti ad andargli incontro appena arriverà e ci chiamerà.
Per continuare la riflessione sull’Apocalisse, potrebbe essere utile la lettura del libro A che ora è la fine del mondo? di Andrea Albertin, Edizioni Messaggero, Padova, 2017.