Dopo l’inverno arriva sempre la primavera. Credici, fratello
Spirito Anima Corpo. “Un giovane diventa cristiano” propone di andare al centro della propria vita... accompagnati dai santi. Come Ezechiele
Sant’Agostino. Santa Caterina. Santa Teresa. San Francesco. Beato Pier Giorgio Frassati. San Giovanni Paolo II. San Massimiliano Kolbe. San Filippo Neri. Ezechiele Ramin. Sono giovani trasformati e trasformanti. Diventati fortemente cristiani. Ogni anno villa Immacolata insieme all’Azione cattolica, alla Pastorale giovanile e a quella vocazionale propone un weekend per giovani della diocesi. In quaresima.
Forse non è ancora molto conosciuto! La storia di un santo diventa l’anima dei giorni. I ragazzi che vi partecipano sono chiamati a conoscere e a gustare la giovinezza del santo (un giovane), il suo incontro con Cristo (diventa) e i pilastri che hanno resa significativa la sua vita (cristiano).
Centrare. In questi anni in cui l’agiografia ha accompagnato i giovani dentro alla Parola e all’esperienza reale con Cristo nei sacramenti e nella preghiera, credo che questo verbo sia il vessillo dell’esperienza. Andare al centro di una vita cristiana: nella fede e nelle scelte. Andare al centro della propria vita: attraverso i testi dei santi. Andare al centro di questi giorni: nella preghiera e nel sacramento della confessione.
Centrare l’argomento. Centrare il cuore dei giovani. Centrare la scelta di vita. Centrare la vita in Gesù. Sono ore intense. Una volta venivano chiamati “weekend dello spirito”. E c’è sete di esperienza spirituale! Quando il giovane si immerge, quasi va in apnea. Gli occhi cambiano: l’anima è raggiunta da una musica necessaria.
Cristo diventa vicino.
Adorare, pensare, far silenzio, pregare, celebrare, meditare diventa attraente e quasi normale. È difficile che gli animatori vengano, che i sacerdoti propongano una due giorni qui a villa Immacolata ai propri giovani! È difficile lasciare lo studio o il lavoro del sabato per partecipare all’esperienza intera! È difficile fare dei brevi “esercizi spirituali” nei quali ricentrare la propria vita frenetica! È difficile che un’esperienza diventi curriculare per la vita degli animatori, degli educatori! Ma bere a un pozzo acqua fresca permette slancio di vita e profondità di scelta. Un giovane viene perché un altro giovane lo invita. Perché amici responsabili propongono agli educatori la forza di un ritiro.
Perché si necessita di profondità prolungata. Siamo stati al cimitero maggiore di Padova. Presso la tomba dei Ramin. Stare davanti alla morte di Ezechiele, dopo aver visto il film a lui dedicato, dopo aver capito che il seminatore della parabola per lui non torna a casa, dopo aver intuito che è stato un uomo di totalità in tutto, dopo aver inteso che è morto come uno di quei poveri privati della loro terra dai latifondisti, d’improvviso la morte diventa una parola forte, molto forte.
E questo sconvolge. Un uomo che ha dato tutta la sua vita per Dio. Un uomo: meglio dire un giovane! Il cui sogno ha rinnovato ogni giorno la sua vita. Il corpo stava in quel loculo. L’anima probabilmente in cielo accanto a tutte quelle anime che hanno vissuto il martirio. Ma lo spirito: quello era in mezzo a noi! Non lo conoscevamo prima, ma stava in mezzo a noi. Come a spronarci a non abbandonare i sogni alti della vita.
Come la sera precedente il fratello Fabiano con la moglie Cristina ci hanno ricordato. Stavamo con gli ombrelli aperti durante la visita al cimitero accompagnati dal racconto dell’altro fratello Antonio.
Al termine, dopo che ciascuno ha portato un tocco o un bacio in quella tomba, la pioggia si è fermata. «Fratello, credi che dopo l’inverno arriva sempre la primavera»: parola di Ezechiele, segno reale del cielo!»
don Federico Giacomin