Una vita violenta. Aumentano gli stupri e le violenze compiute dai ragazzi sui coetanei
Lo spaccato che emerge, purtroppo drammaticamente reale, è quello di adolescenti allo sbando, privi del controllo genitoriale.
Festino a base di alcol, psicofarmaci e droghe con stupro di gruppo. Ecco un triste copione che si ripete ormai con frequenza allarmante tra gli adolescenti. A farne le spese sono in genere le ragazze, ma capita che anche i ragazzi siano abusati dai coetanei.
Nel 2021 nel nostro Paese le denunce per violenza sessuale di gruppo compiuta da chi ha meno di 18 anni sono aumentate del 76 per cento rispetto all’anno precedente, nello specifico quelle per violenza sessuale aggravata sono cresciute del 23 per cento, quelle per violenza sessuale del 7 per cento.
In genere il dramma si consuma all’interno delle mura domestiche in assenze dei genitori e non è affatto raro che il “gioco perverso” venga immortalato dalle videocamere dei partecipanti al festino. Il video diventa poi virale all’interno della compagnia e oltre.
A volte la violenza non giunge a compiersi, ma viene soltanto “simulata”. Ciò che interessa è realizzare un filmato con cui stupire i coetanei, come se la realtà fosse un set cinematografico. La tendenza richiama inevitabilmente alla memoria il triste caso di Carolina Picchio, morta suicida nel gennaio del 2013 dopo aver scoperto di essere diventata la protagonista inconsapevole di un video in cui cinque dei suoi amici simulavano con lei, svenuta a causa dell’alcol, un atto sessuale. La quattordicenne non sostenendo il senso di disagio e la mortificazione, nonché la valanga di insulti che le erano piovuti addosso dopo che il filmato aveva iniziato a circolare, decise di lanciarsi nel vuoto nel cuore della notte dalla finestra della sua stanza a Novara.
A seguito della tragedia venne approvata e pubblicata in Italia la Legge 71 del 2017 contro il bullismo e cyberbullismo per iniziativa della senatrice Elena Ferara, ex insegnante di Carolina Picchio.
Quasi dieci anni dopo dalla morte di Carolina, però, pare che nel comportamento giovanile ci sia un’ulteriore tragica evoluzione. Gli psicologi dei centri che hanno preso in carico vittime e stupratori minorenni riferiscono che le notizie che finiscono sui giornali sono soltanto la punta dell’iceberg. In realtà la pratica dello stupro di gruppo sarebbe assai più diffusa tra gli adolescenti di quanto si possa immaginare. A volte, segnalano gli specialisti, non c’è neppure la piena consapevolezza di aver preso parte a uno stupro o di esserne stati vittima.
Le chat dei ragazzi riportano conversazioni deliranti e testimoniano il meccanismo infernale che si viene a innescare: dalla ricerca di alcol e droga per lo sballo, allo “sfascio” della serata fino alle riprese per trasformare la realtà in una sorta di orribile fiction. Per molti di loro l’atto è una “recita”, dove però si fa sul serio.
Lo spaccato che emerge, purtroppo drammaticamente reale, è quello di adolescenti allo sbando, privi del controllo genitoriale, fortemente suggestionati dalla violenza diffusa attraverso i media e le serie che tanto li appassionano, i cui contenuti spesso non sono affatto adeguati alla loro età. L’assenza della famiglia, nei casi peggiori si trasforma perfino in connivenza. Lo testimoniano le intercettazioni dei colloqui avvenuti dopo alcuni stupri fra genitori e figli, i cui contenuti sono a dir poco agghiaccianti.
Il ruolo delle famiglie ancora una volta appare fondamentale: manca la guida, non ci sono regole, ma soprattutto pare completamente assente l’educazione al sano discernimento fra ciò che è bene e ciò che non lo è.
Anche la scuola dovrebbe con urgenza avviare delle azioni di prevenzione e contrasto a queste derive.
Occorrono interventi efficaci che possano bilanciare gli effetti di un uso smodato e inconsapevole dei social network, specchio di una realtà spesso abnorme. Occorre un lavoro educativo profondo che si prenda cura della coscienza dei nostri giovani e del loro sistema etico di riferimento.