Siria: appello di pace dei Patriarchi ortodossi. L'importanza dell'appoggio di Francesco
“I Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite, e in particolare i membri del Consiglio di sicurezza, ricordino i loro doveri verso la famiglia delle nazioni. Li imploriamo, nel nome di Dio, di superare i loro disaccordi e di lavorare insieme per la pace nel mondo". L'appello di pace del Patriarcato di Mosca e sostenuto da un gruppo di Patriarchi delle Chiese ortodosse del Medio Oriente.
Un appello “a tutti i leader mondiali affinché riconoscano la loro responsabilità nei confronti delle loro rispettive nazioni, dell’umanità e di Dio” e un “appello ai Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite, e in particolare ai membri del Consiglio di sicurezza, perché ricordino i loro doveri verso la famiglia delle nazioni. Li imploriamo, nel nome di Dio, di superare i loro disaccordi e di lavorare insieme per la pace nel mondo. Insieme chiediamo ai leader politici di evitare un’ulteriore escalation di tensioni, di rinunciare alla via del confronto e di abbracciare il dialogo”. È quanto si legge in un appello di pace pubblicato sul sito del Patriarcato di Mosca e sostenuto da un gruppo di Patriarchi delle Chiese ortodosse del Medio Oriente: Sua Beatitudine Papa e Patriarca Teodoro II di Alessandria e di tutta l’Africa, Sua Beatitudine Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente, Sua Beatitudine Patriarca Teofilo di Gerusalemme e Palestina, Sua Santità Tawadros II, Papa di Alessandria e Patriarca della Chiesa copta ortodossa, Sua Santità Patriarca Mor Ignatius Aphrem II di Antiochia e di tutto l’Oriente.
Nel preambolo dell’appello, si dice che il testo è stato discusso durante la conversazione telefonica avvenuta il 14 aprile scorso tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca. Interpellato dal Sir, padre Alexej Dikarev, numero due del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, afferma: “Dal preambolo, credo, si capisca quanto è stato importante l’appoggio di Papa Francesco. L’appello è stato fatto a causa del bombardamento della Siria e, di per sé, è chiaro nel suo scopo”.
Nel testo, infatti, i Patriarchi scrivono: “Spinti dal senso di responsabilità per i milioni di cristiani che Dio ha affidato alla nostra cura spirituale e per il bene dell’intera famiglia umana, che condivide un destino comune, uniamo le nostre voci per parlare in questo momento di altissima tensione internazionale”. “Le ostilità in corso in Medio Oriente, che negli ultimi anni hanno portato immense sofferenze, hanno causato la morte di molte migliaia di persone e costretto alla fuga milioni di rifugiati, rischiano ora di trasformarsi in un conflitto globale. Il nostro mondo ha raggiunto un punto in cui vi è il pericolo reale di una rottura delle relazioni internazionali e della cooperazione per il bene comune della famiglia umana. Chiaramente, gli orrori delle guerre mondiali del secolo scorso non possono essere paragonati alle terribili conseguenze di una guerra mondiale in questo momento”. Ma di fronte a questa “terribile minaccia”, le Chiese chiedono alla comunità internazionale di intraprendere la via del dialogo e non del confronto militare.
È stato il Patriarca Kirill di Mosca, nel corso di un incontro con i giornalisti che si è svolto il 14 aprile, a parlare di questa iniziativa di pace che vede impegnati in prima linea i Patriarchi ortodossi del Medio Oriente. Secondo quanto spiegato dal Patriarcato, Kirill ha avuto una serie di conversazioni telefoniche anche con Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.
“Abbiamo intrapreso questa iniziativa – ha spiegato il Patriarca Kirill ai giornalisti – , sapendo che i cristiani non possono rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo in Siria in questi giorni. La Siria, il Medio Oriente sono il luogo, dove nacque il Cristianesimo, e i terribili conflitti che oggi stanno lacerando la terra siriana non possono che creare minaccia, tra l’altro, alla presenza cristiana. È anche ben evidente che la gente sta soffrendo tanto. Il messaggio della Chiesa al mondo è sempre legato all’annuncio della pace tra gli uomini e della giustizia. Allora è impossibile tacere quando avvengono cose come quelle degli ultimi giorni in Siria”, ha ribadito Sua Santità. Ed ha aggiunto: “Sono contento di queste conversazioni: tutti i miei interlocutori condividono la mia preoccupazione”. “C’è il desiderio di continuare questo dialogo per cercare di influire in qualche maniera sulla situazione”.