Salute, “negli adolescenti aumentati con la pandemia i tentati suicidi e gli atti autolesionistici”

Il 10 settembre è la Giornata mondiale della prevenzione del suicidio. La Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ricorda che tra il 2020 e il 2022 gli accessi dei minorenni al pronto soccorso e i ricoveri in ospedale per cause legate alla suicidalità sono in preoccupante aumento

Salute, “negli adolescenti aumentati con la pandemia i tentati suicidi e gli atti autolesionistici”

Tra il 2020 e il 2022 gli accessi dei minorenni al pronto soccorso e i ricoveri in ospedale per cause legate alla suicidalità, cioè tutti quei gesti e comportamenti autolesionistici, tra cui pensieri, azioni e tentativi suicidari, sono in preoccupante aumento. È l’allarme lanciato dalla Sinpia – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, secondo cui tra i numerosi effetti della pandemia sulla salute mentale di adolescenti e preadolescenti italiani si rileva anche una maggiore incidenza di atti autolesionistici e di tentati  suicidi.

“L’autolesionismo e i comportamenti suicidari sono purtroppo numerosi negli adolescenti, e richiedono interventi tempestivi per raccogliere la richiesta di aiuto sottostante - spiega Elisa Fazzi, presidente della Sinpia e direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia. “Non c’è dubbio – continua - che la pandemia da Covid-19 abbia rappresentato e rappresenti un’emergenza per la salute mentale dei ragazzi, con il rischio di conseguenze anche a lungo termine se non vengono messi in atto gli interventi appropriati. Un evento molto stressante, come il lungo periodo pandemico, in una fase evolutiva delicata come l’adolescenza può avere un impatto molto rilevante sulla salute mentale. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione interventi terapeutici efficaci, purché vengano messe in campo risorse adeguate per realizzarli”.

Il suicidio è un evento raro prima della pubertà, mentre diviene più frequente in adolescenza e nell’età adulta. In Italia, così come in tutta Europa, rappresenta la seconda causa di morte tra i ragazzi, dopo gli incidenti stradali, con 1.200 vittime ogni anno nella fascia di età tra 10 e 19 anni, tre al giorno in Europa (fonte Unicef).

Secondo alcuni recenti studi, la prevalenza del comportamento autolesivo tra i ragazzi di 16 - 18 anni è rimasta stabile tra il 2011 e il 2014 (17,2% contro 17,7%), mentre si è verificato un incremento fino al 27,6% durante la pandemia del 2020-2021. Lo stato di isolamento sociale e precarietà, la paura della malattia, le difficoltà economiche, sono fattori importanti che hanno contribuito al malessere diffuso dei ragazzi ed alla frequente profonda mancanza di speranza per il futuro.
Rispetto a quello precedente, nel biennio Covid si registrano aumenti statisticamente significativi delle diagnosi di tentato suicidio (32,4% vs 18,4%), disturbo del comportamento alimentare (26,1% vs 14,3%), disturbo d’ansia (30,4% vs 21,7%) e disturbo psicotico (10,1% vs 5,5%).

“Negli ultimi 10 anni – spiega Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e direttore della UO di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma - l’ansia e la depressione sono aumentate notevolmente anche tra i bambini e gli adolescenti. La pandemia ha poi ulteriormente accentuato questa tendenza e gli studi più recenti indicano come una percentuale compresa tra il 20 e il 25% dei giovani manifesti i segni, rispettivamente, di un disturbo d’ansia e di depressione. E in questo contesto ragazzi e ragazze depresse presentano molto spesso, in associazione, comportamenti autolesivi - danneggiano, cioè, volontariamente il proprio corpo con tagli, bruciature, escoriazioni ideazione e tentativo di suicidio”.  

Gli eventi stressanti, come quelli già descritti correlati alla pandemia, ma anche la morte di una persona cara, la fine di una relazione, umiliazioni e maltrattamenti gravi, difficoltà scolastiche, problemi con la legge, possono agire da fattori scatenanti, mentre l’uso e l’abuso di alcol sostanze stupefacenti possono diminuire l’autocontrollo e interferire con la capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni, facilitando la messa in atto di comportamenti suicidari.

“Nonostante numeri da vera e propria emergenza sanitaria, gran parte dell’opinione pubblica (e della classe politica) continua ad ignorare la realtà: una parte dei nostri ragazzi sta male, soffre di un dolore mentale che troppo spesso li potrebbe portare a gesti estremi con conseguenze irreparabili - conclude Antonella Costantino, past president della Sinpia e direttore dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell’Adolescenza (Uonpia) della Fondazione IRCCS ‘Ca' Granda’ Ospedale Maggiore Policlinico di Milano –. La risposta del Sistema Sanitario Nazionale è ancora insufficiente sia in termini di presenza sul territorio di Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza capaci di intercettare il disagio nelle sue prime manifestazioni, sia in termini di offerta assistenziale ospedaliera specificatamente dedicata all’età evolutiva. Come Sinpia, vogliamo cogliere l’occasione di questo 10 settembre 2022, Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, per richiamare nuovamente l’attenzione di tutti sul tema della salute mentale di bambini e adolescenti, nella speranza che gli interventi socio-sanitari da sempre auspicati e mai realizzati trovino finalmente, nel prossimo futuro, piena attuazione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)