Rotta balcanica, ancora troppe contraddizioni sulle responsabilità italiane ai confini
La ministra Lamorgese alla Camera ammette che non si possono respingere i richiedenti asilo. Schiavone (Asgi): “Grave quanto successo in questi mesi. Il governo a luglio ha dato una risposta opposta. Posizione imbarazzante”
Dalla fine del 2019 alla fine del 2020 la Croazia ha respinto in Bosnia almeno 20 mila persone, la Slovenia ne ha respinto circa la metà verso la Croazia. Una catena di respingimenti sulla rotta balcanica che chiama in causa anche il nostro paese: le autorità italiane e slovene parlano di “riammissioni informali”, che si fondano su un accordo tra i due stati datato 1996. Le organizzazioni che si occupano di tutela di migranti la considerano una pratica illegittima in totale violazione del diritto d’asilo. A sollevare di nuovo la questione è stato ieri il deputato di Leu Erasmo Palazzotto, che in un’interrogazione parlamentare ha chiesto conto delle riammissioni dall’Italia alla Slovenia alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. “Limitandosi a disciplinare le forme di collaborazione italo-slovena solo per quei casi di riammissione informale dei migranti rintracciati immediatamente a ridosso della linea confinaria, secondo presupposti spaziali e temporali indicati dall’accordo stesso” ha sottolineato la titolare del Viminale durante il question time.
Non solo, ma Lamorgese ha sottolineato che “ le procedure di riammissione tutelano le categorie di stranieri vulnerabili o più esposti ad eventuale pericolo, non sono quindi applicabili a particolari soggetti cioè ai migranti a cui sia stata riconosciuta qualsiasi forma di protezione internazionale, ai minori, alle persone che presentano malattie e agli stranieri registrati al sistema Eurodac - ha aggiunto -. E’ importante chiarire che a tutti gli stranieri vengono fornite, con l’ausilio di mediatori culturali e tramite la consegna di appositi opuscoli, opportune informazione su come formulare istanza di protezione internazionale, che se presentata non dà luogo alla riammissione”.
Secondo Gianfranco Schiavone di Asgi l’intervento della ministra si inserisce nella lunga catena di contraddizioni da parte del Governo italiano sulla questione. Con una novità. “Lamorgese, a denti stretti, riconosce che i richiedenti asilo non possono essere soggetti all’accordo di riammissione, una questione che noi solleviamo da mesi. Il resto è stata una mera ripetizione di quanto affermato già a luglio 2020 nella risposta a una interrogazione parlamentare di Riccardo Magi. L’unica differenza è questa: in pochi mesi, quindi, il Viminale dà due versioni opposte” spiega Schiavone.
Il giurista ricorda che la domanda di asilo si applica alle frontiere e che alle persone va sempre data la possibilità di chiedere asilo. “Le riammissioni, i rintracci, non hanno nulla a che fare con il diritto d’asilo che è sempre predominante - aggiunge -. La ministra cerca di sfuggire a questo problema ma in questi mesi la legge è stata violata sistematicamente, l’ha ammesso involontariamente lei”.
Diverse organizzazioni, sia italiane che internazionali, da anni stanno monitorando quanto accade sulla rotta dei Balcani. In particolare, la rete RiVolti ai Balcani sta raccogliendo le testimonianze dei migranti respinti, anche con l’uso della violenza, ai confini. “Abbiamo riscontri anche di minori che sono stati allontanati, stiamo facendo ulteriori accertamenti - spiega Schiavone -. La stragrande maggioranza dei ragazzi che arrivano in Italia ha dai 17 ai 22 anni, la possibilità di scambiare per maggiorenne un minorenne è elevata, se non si fanno opportuni accertamenti”.
Per Schiavone è indicativo anche come la ministra abbia letto, quasi sbrigativamente, la risposta al question time. “E’ stata una smentita senza ammissione delle responsabilità italiane - conclude -. Un atteggiamento deludente sotto ogni punto di vista, non si può accettare che il ministero agisca in questo modo. Quella pratica è illegale e dare due versioni opposte in pochi mesi è stato davvero imbarazzante”. Su quanto sta accadendo sulla rotta balcanica, RiVolti ai Balcani, presenterà un nuovo e aggiornato dossier il 16 gennaio. L’appuntamento è realizzato insieme a Mediterranea saving humans.