Riaperture Cra, “accarezzare mia mamma dopo oltre un anno è un’emozione indescrivibile”
A Bologna, Villa Serena elimina le barriere tra gli ospiti e i familiari con certificazione: “Non tocco mia madre dallo scorso marzo”, racconta Manuela. “Sono stati mesi durissimi”, conferma Maria Rosa. “Le carezze di oggi siano un messaggio positivo per tutti”
“Non piangere, mamma. Dobbiamo essere felici, oggi è un giorno importante”. Tra le lacrime, Manuela rassicura la mamma Mafalda, 96 anni, ospite della casa residenza per anziani Villa Serena. “L’ho rivista la settimana scorsa dietro al plexiglass, vederla senza barriere in mezzo sembra incredibile”. Manuela e Mafalda, come Maria Rosa e Lara, un’altra ospite 91enne, si sono riviste oggi sedute, vicino, a un tavolino nel mezzo del bel giardino della struttura. “Vogliamo darvi una bella notizia – prende la parola Laura Tarquinio, direttrice della cra –. Vista l’ordinanza del ministro Speranza, recepita dalla Regione, abbiamo una sorpresa: potete toccarvi, avvicinarvi, accarezzarvi. Ogni cra è autonoma nel decidere le modalità dell’incontro: noi per ora chiediamo ancora di evitare baci e abbracci, è meglio essere prudenti ancora per un po’”. L’annuncio viene accolto tra le lacrime di commozione delle figlie che, di fronte alle madri incredule, cominciano subito a stringer loro le mani. Il contatto fisico è stato possibile perché Manuela e Maria Rosa hanno i requisiti previsti dall’ordinanza (la Certificazione verde Covid-19), gli stessi del Green pass per gli spostamenti: un certificato di guarigione dal Covid nei 6 mesi precedenti, un tampone negativo entro 48 ore, un certificato di vaccinazione completata.
“Non tocco la mia mamma da marzo dello scorso anno – racconta, emozionata, Manuela –. Non mi sembra vero. Non è stato un anno facile, per niente. Mia mamma è entrata in struttura nel gennaio del 2020, è stata un decisione molto sofferta. Quando, l’8 marzo, hanno chiuso tutto, ci è crollato il mondo addosso”. Di mezzo, anche il Covid di Mafalda, contratto pochi mesi fa, poco prima del richiamo del vaccino: “È stata accolta in una struttura a bassa intensità, per fortuna ha avuto una forma lieve”. Poi, si rivolge direttamente ai giornalisti: “È importante che arrivi un messaggio positivo. Poter toccare di nuovo mia mamma è un simbolo di speranza: spero posso risollevare anche tante altre persone”.
A trovare la signora Lara, anche lei contagiata dal Covid a inizio anno, oltre alla figlia, anche la sorella Carla: “Vuoi che ti porti qualcuna delle tue collane – le chiede con dolcezza –? Vedo che oggi sei molto elegante, anche con i braccialetti”. Lara accetta di buon grado: “Sì, portamele, per favore”. “Oggi è una giornata bellissima – sorride Maria Rosa –. È stato giusto proteggere i nostri cari con le chiusure, sono persone fragili. Ma è innegabile che siano stati mesi durissimi: adesso sembra di intravedere una luce. Non avrei mai pensato che una carezza potesse significare così tante cose”.
“L’ordinanza dice che il contatto fisico è da preferire quando altre modalità di comunicazione risultano compromesse – spiega Tarquinio –. Siamo felici di dare questa possibilità ai nostri ospiti e ai loro familiari, anche noi aspettavamo questo momento da tempo”. “Onestamente non pensavo che questo momento sarebbe stato tanto emozionante – aggiunge Federica Taddia, responsabile del servizio socio-educativo –. In questo anno e mezzo ci siamo tenuti in contatto con videochiamate, video, messaggi, lettere. Abbiamo offerto un aiuto psicologico ai familiari, supporto tramite gruppi di auto-mutuo aiuto a distanza, piccoli gruppi in presenza. Abbiamo provato a fare la nostra parte. Assistere a queste prime carezze è una sensazione impagabile, dopo mesi incredibilmente duri”.
Ambra Notari