I giovani invisibili. Sempre più difficile capire quale strada intraprendere per diventare adulti
Tante volte si parla dei giovani partendo dal punto di vista adulto. Si valuta la nuova generazione confrontandola con i parametri delle altre.
Solitamente per intercettare i bisogni dei giovani si percorrono tre strade: la scuola, il lavoro, i social media. Ci si chiede quale livello di istruzione riescano a raggiungere e se concludono o meno il loro percorso di studi; si commenta la difficoltà di ottenere un lavoro o si critica lo sfruttamento a cui sono sottoposti in un regime di precarietà; si osservano i modi di comunicare o i loro gusti per capire in quale modo è possibile influenzare i loro desideri.
Tante volte si parla dei giovani partendo dal punto di vista adulto. Si valuta la nuova generazione confrontandola con i parametri delle altre.
Così però i giovani diventano invisibili, perché si alza un muro, e loro finiscono per non comunicare. Piuttosto sembrano comporsi due mondi paralleli. Dove le generazioni faticano a comprendersi.
Appare difficile anche capire quale strada dovrebbero intraprendere i giovani per divenire adulti. Un tempo le tappe della socializzazione erano fissate lungo una traiettoria segnata da due rette: una partiva dalla progressiva autonomia dalla famiglia di origine fino alla formazione di una propria, l’altra iniziava con la fine del percorso formativo per arrivare all’ingresso stabile nel mondo lavorativo. Tutto questo è saltato.
Qualcuno parla di socializzazione flessibile nella quale la giovinezza è vissuta come fase di continua sperimentazione. Se però si parte dalla prospettiva dell’adulto qualsiasi strada che un giovane sceglierà sarà sempre più incerta: si inizia a camminare, si prova per un po’, si incontra un inconveniente oppure ci si accorge di essere in un vicolo senza uscita. Così si torna indietro e si riparte.
In una società molto fluida invece che superare delle tappe, per raggiungere la maturità potrebbe essere utile considerare la prospettiva generativa. Forse è nel consolidarsi di un desiderio di costurire qualcosa e iniziare a realizzarlo il momento in cui si può segnare il passo verso l’essere adulto. A quel punto i giovani tornano a essere visibili, perché formulano aspettative e cercano di calibrare i loro desideri in percorsi possibili. Quando scatta la prospettiva generativa si diventa responsabili verso se stessi e verso gli altri.
Ma soprattutto in questo modo i giovani non si misurano con i parametri degli altri, ma con i loro, quelli che servono per il futuro.