Villatora. A benedire la conclusione dei restauri sarà il vescovo Claudio

Villatora L’intervento conservativo non è stato solo estetico, ma ha provveduto a rendere più sicura la torre campanaria

Villatora. A benedire la conclusione dei restauri sarà il vescovo Claudio

È terminato e verrà inaugurato venerdì 27 ottobre dal vescovo Claudio Cipolla il restauro conservativo delle facciate del campanile della chiesa dei Santi Simone e Giuda a Villatora di Saonara. «Un lavoro atteso, soprattutto dopo che in passato si era verificato il distacco di una parte del cornicione» spiega don Valentino Sguotti, il parroco. Durante l’intervento sono emersi alcuni problemi strutturali alla cella campanaria, prontamente risolti, e per il resto l’intervento si è limitato alla pulitura delle facciate in mattoni faccia a vista, a partire dal basamento fino alla punta della slanciata guglia, all’altezza di circa 48 metri. L’installazione di un completo ponteggio ha permesso di eseguire l’analisi del degrado a distanza ravvicinata, e di eseguire l’intervento. Il puntale in trachite che supporta la croce in ferro era ben conservato ma aggredito da agenti biodeteriogeni come tutte le superfici esposte a nord e ovest, mentre gli agenti atmosferici avevano danneggiato la parete esterna del mattonato della cuspide, forse a causa anche di stilature cementizie eseguite in precedenti interventi. Queste parti sono state parzialmente riprese ricostruendo la parte disgregata del mattone in pasta cocciopesto mediante il supporto di retina in acciaio inox. Dove invece vi erano grosse lacune della muratura si è operato con la tecnica del cuci-scuci e ricostruzione, impiegando vecchi mattoni aventi le medesime misure, con eventuali velature di colore ove ci fosse troppa discordanza. Su tutte le superfici a intonaco, pietra e mattone sono state eseguite pulitura, lavaggio e disinfestazione mediante applicazione di biocida. Il lavoro più peculiare è stato eseguito sulle superfici in pietra e finta pietra, dove all’analisi ravvicinata sono emersi alcuni dissesti e fessurazioni: dai sondaggi si è compreso che la fascia verticale delle cornici e parte delle architravi sono in realtà dei rivestimenti in finta pietra che nascondono la vera struttura della cella campanaria, realizzata negli ultimi restauri. La struttura portante sono infatti alcune putrelle metalliche e altre parti in ferro utili al rinforzo strutturale, che sono state trattate con convertitore di ruggine e se necessario sostituite, come nel caso di tre cerchiature delle colonne eccessivamente corrose o addirittura “saltate”. Il fusto del campanile, come atto finale, è stato completamente restaurato con impasto di calce e polvere di pietra dove la malta delle fughe era mancante o corrosa. Si è provveduto anche alla pulizia del quadrante del grande orologio in pietra, dei numeri e delle lancette metalliche. I lavori sono stati eseguiti beneficiando del “Bonus facciate governativo 60 per cento”; sono stati diretti dall’architetto Davide Cervaro e dal geometra Daniele Pagliarin ed eseguiti dalla ditta RWS di Vigonza.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)