Ripensare l’educazione. In questo tempo di distanziamento fisico, recuperiamo un “faro Unesco”
In questo tempo di distanziamento fisico, recuperiamo un “faro Unesco” per poter organizzare l’apprendimento come sforzo sociale collettivo
L’Unesco, considerando l’educazione come un diritto umano fondamentale ha emanato nel tempo tre documenti tematici, chiamati anche “fari”: nel 1972, il Rapporto Faure “Il mondo dell’educazione oggi e domani”; nel 1996, il Rapporto Delors “Nell’educazione un tesoro”; nel 2019, il Rapporto “Ripensare l’educazione. Verso un bene comune globale?”. Quest’ultimo documento si ispira a una visione umanistica dello sviluppo, e propone di considerare l’educazione e la conoscenza come beni comuni globali, al fine di conciliarne le finalità e l’organizzazione attraverso l’impegno sociale collettivo in un mondo complesso.
A livello internazionale il Rapporto si può considerare come un appello al dialogo a partire dalle seguenti domande: di quale educazione abbiamo bisogno nel 21°secolo? Qual è lo scopo dell’educazione nell’attuale contesto di trasformazione sociale? Come dovrebbe essere organizzato l’apprendimento? La conoscenza può essere intesa come il modo in cui gli individui e le società danno significato all’esperienza, e l’apprendimento come processo di acquisizione delle conoscenze.
Pertanto l’educazione deve insegnare a vivere in un pianeta sotto pressione, e avere come obiettivo l’alfabetizzazione culturale, basata sul rispetto e sulla pari dignità di tutti.
Guidati da questo “faro” possiamo proporre alcune considerazioni per il futuro, al fine di organizzare l’apprendimento come sforzo sociale collettivo. Pensiamo ai quattro pilastri dell’apprendimento: 1) imparare a conoscere; 2) a fare; 3) a essere; 4) a vivere insieme costantemente minacciati dalla globalizzazione e dalle politiche identitarie. Come può l’educazione rispondere alle sfide legate al raggiungimento della sostenibilità economica, sociale e ambientale? Come dare forma a questo approccio umanistico? Quali sono le conseguenze specifiche per la preparazione, la formazione degli insegnanti in ambito scolastico? Tutto questo ci riguarda e ci interpella, specialmente in questo tempo in cui anche la scuola, come l’intera società, è messa a dura prova dalle conseguenze della pandemia.
A tal proposito, nel dicembre 2020, il Miur, riprendendo non a caso il titolo del Rapporto, ha dato il via a un ciclo di incontri dedicato al mondo dell’istruzione: incontri per riflettere, proporre e agire. Appuntamenti dedicati al presente e al futuro della scuola, aperti al personale scolastico, alle famiglie, ai cittadini per parlare di scuola attraverso il contributo di esperti di alto livello. Ci preme segnalare l’importanza dell’iniziativa il cui programma e gli atti si possono trovare sul canale Youtube del ministero.
Il 18 e 19 dicembre si è partiti dall’analisi del presente, dallo stato attuale della ricerca educativa, dalla scuola com’è oggi, con le sue criticità e i suoi punti di forza e guardando anche alle prospettive future. I successivi appuntamenti saranno dedicati alla cura educativa; alle proposte per la scuola di domani; al collegamento fra tradizione e innovazione, includendo i temi della didattica digitale, della formazione verso il mondo del lavoro, del ruolo della cultura.
Sorprende la sintonia di questi cammini con l’intuizione e l’impegno di papa Francesco di costruire un patto educativo globale per ravvivare l’impegno con e per le nuove generazioni. Egli ci ricorda che non basta «educare a servire», ma che «educare è servire»: è dunque necessario preparare persone che si occupino in maniera specifica della formazione all’educare e non solo a livello accademico; a livello ecclesiale, ad esempio, questo è necessario anche per riattivare un dialogo tra cultura e religione. L’invito di papa Francesco a costruire alleanze, ci sembra la migliore risposta a “Ripensare l’educazione” come valore sociale nel gestire la “crisi” e per andare oltre con speranza.
Rinalda Montani
comitato scientifico fondazione Bortignon per l’educazione e la scuola