Padre Christian Carlassare: "Durante l'attentato il Signore è stato sempre con me"
Ieri il missionario comboniano, vescovo eletto di Rumbek in Sud Sudan, ha vissuto la Festa del voto nella sua parrocchia di origine e ha affidato alla Madonna del Monte Summano l'impegnativo ministero che lo attende in Africa: «Una vocazione che chiede tutto. Vivere il Vangelo ogni giorno sarà moto più difficile dell'aggressione»
La quarta domenica di luglio, a Piovene Rocchette, è una giornata storica da 390 anni, da quando cioè la popolazione si è votata alla Vergine del Monte Summano perché la risparmiasse nel mezzo della pandemia di peste. Ma il 25 luglio 2021 c’è stato qualcosa di più, come hanno sottolineato il parroco dell’unità pastorale don Romeo Presa e il sindaco Erminio Masero: per la prima volta a presiedere la celebrazione è stato un vescovo (eletto) nato e cresciuto qui.
Padre Christian Carlassare sta trascorrendo un periodo di riposo e riflessione in famiglia, dopo l’attentato del 25 aprile scorso, come ha raccontato qualche giorno fa alla Difesa del popolo. Così ieri è salito sul colle con tutti i compaesani e ha deciso di donare i proiettili con cui è stato colpito a Rumbek, la diocesi del Sud Sudan di cui papa Francesco gli ha chiesto di diventare pastore. «Grazie a tutti e a ciascuno per la vostra vicinanza in questi giorni difficili che ho vissuto dopo l’attentato – ha detto il missionario comboniano duranti i riti di introduzione della messa – È bello essere comunità, è bello essere uniti. Sono cresciuto salendo al santuario dell’Angelo tutti i martedì mattina dell’estate, qui ho scoperto la mia vocazione missionaria, qui ho deciso di essere prete perché quante più persone potessero ascoltare la Parola di Gesù».
Padre Christian Carlassare mentre offre alla Madonna le pallottole che lo hanno colpito alle gambe il 25 aprile.
La giornata rimarrà scolpita nella memoria dei piovenesi e dei molti arrivati dai paesi limitrofi dell’Altovicentino. La pandemia di Covid, entrata già lo scorso anno nelle intenzioni di preghiera a Maria, ha impedito per la seconda edizione di seguito di salire il monte a piedi in processione, ma in molti – famiglie, anziani, giovani – si sono comunque messi in cammino lungo la salita tortuosa. Tutti i significati della giornata è racchiuso nel segno compiuto dal primo cittadino, l’accensione del cero votivo accanto all’immagine della Regina del Monte Summano: il voto infatti è stato espresso dal consiglio comunale fin dal principio e nei secoli, oltre alla protezione dalla peste ha accolto anche la preghiera contro il colera e le ferite delle due Guerre mondiali. Ora si aggiunge anche la supplica di padre Carlassare. «Lascio qui accanto alla Madonna dell’Angelo i proiettili con cui mi hanno colpito – ha detto il vescovo eletto di Rumbek alla conclusione della celebrazione – di quattro ne sono stati ritrovati due più due schegge. L’attentato è stato un momento di estrema difficoltà ma anche di Grazia. È stata una grazia che sentendo il trambusto io sia uscito per provare a parlare con gli assalitori, che sia uscito dalla sua camera, rischiando, anche il prete che stava nella camera accanto a me e così ha creato scompiglio. È stata una grazia che abbiano abbassato il fucile per sparare alle gambe e che i proiettili non abbiano danneggiato le ossa, i vasi sanguigni, le articolazioni, ma solo il muscolo. È stata una grazia che cadendo e trascinandomi all’interno della camera abbia coperto con il corpo il telefonino caduto a uno degli assalitori, ed è da lì che ora le indagini sono partite. Infine è una grazia che i medici abbiano trovato un ragazzo di Bergamo (un operatore di Medici con l’Africa Cuamm, ndr) con il sangue con rh negativo come il mio. Non ho mai avuto dubbi che durante l’attentato il Signore fosse presente accanto a me. Ho sentito in ogni secondo che il Signore era lì. La sofferenza mostra quanto la vita dei fedeli appartenga al Signore». E poi ha aggiunto: «Vivere il Vangelo non è fare tanto, ma vivere ogni momento pienamente. Per questo affido a Maria il ministero tanto esigente che ho davanti a me, molto più difficile dell’attentato. Credo che il Signore mi abbia voluto lì, e non martire, per servire quella Chiesa, come molti già stanno facendo con grande speranza e desiderio di cambiamento. La vera difficoltà sta nella vita quotidiana, nel vivere con radicalità tutti i giorni, per portare il Vangelo a quante più persone possibili».
Per l’occasione erano presenti a Piovene Rocchette anche tre confratelli comboniani, padre Celestino Seabra, padre Francesco Chemello e padre Gaetano Montresor, superiore della comunità di Padova, che a ottobre festeggerà i cento anni dalla presenza in Diocesi. Inoltre, da Roma è giunto il superiore generale, padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie che si è congratulato con le comunità di Piovene, Rocchette e Grumello per la vita di fede testimoniata in occasione della Festa del voto, ma ha soprattutto ringraziato la famiglia per «la testimonianza di vivere e pensare secondo il Vangelo» emersa nei tre mesi trascorsi dall’attentato.
Mesi in cui la mamma Marcellina e il papà Pierantonio si sono anche recati a Nairobi, in Kenya, dove padre Christian è rimasto a lungo per seguire la riabilitazione. «Padre Christian appartiene a voi, è uno di voi – ha aggiunto padre Tesfaye – ma ora appartiene al mondo. Diversi vescovi mi hanno chiamato per sapere come sta e a Roma lo attendono per alcuni incontri. Anche papa Francesco, lo scorso 24 giugno, mi ha chiesto di lui, “ma cammina o no?”».
E padre Christian ha ripreso a camminare spedito. Le stampelle sono rimate in Africa, ogni giorno percorre cinque o sei chilometri per allenare il muscolo più colpito («adesso occorre vedere come va in montagna», racconta). Ieri dopo la messa tantissimi saluti e foto ricordo, quindi un pranzo tra comboniani e da oggi, con la messa sul colle di Sant’Anna a Salcedo alle 9.30, ha ripresto gli incontri e le testimonianze con gruppi e parrocchie che caratterizzeranno la sua estate, prima della partenza e dell'ordinazione episcopale che dovrebbero tenersi in autunno.
Il sindaco di Piovene Erminio Masero mentre offre il cero votivo alla Regina del Monte Summano.