Il vagito che dà speranza all'Ucraina. Maria, ospitata a Limena nel 2022, è rientrata a Leopoli e ha dato alla luce Mateo

Maria, ospitata dalla parrocchia di Limena nel 2022, è rientrata nella sua Leopoli e ha dato alla luce Mateo

Il vagito che dà speranza all'Ucraina. Maria, ospitata a Limena nel 2022, è rientrata a Leopoli e ha dato alla luce Mateo

«Ciao, scusa se non rispondo in questi giorni, sono in ospedale, va tutto bene, ho partorito un maschietto». La preoccupazione nel leggere la parola ospedale si trasforma in un repentino cambio d’umore alla scoperta della nascita del quinto figlio. Maria l’avevamo conosciuta a maggio 2022, nel raccontare i profughi ucraini accolti dalle parrocchie della Diocesi di Padova (sulla Difesa del 15 maggio). Scappata da Leopoli subito dopo lo scoppio della guerra, con la responsabilità di far vivere ai tre figli e una figlia di 12, 8, 6 e 4 anni, meno stress e pressioni possibili, dopo qualche mese passato a Limena aveva deciso di percorrere la strada inversa, di ritornare a casa: «Siccome ho capito che la guerra non finirà tra una settimana, mi sono convinta che devo convivere con tutto questo e se posso, vorrei dare una mano a chi ha più bisogno», ci confidò al tempo. La guerra no, non è finita in una settimana, suo marito e suo fratello sono ancora al fronte, arruolati nel Pravyj Sektor, ma c’è un vagito che dà speranza in tutta questa guerra e disumanità: è quello di Mateo, il quinto arrivato, esattamente pochi giorni prima dell’anniversario del conflitto. Un segno che schiarisce e chiarisce su cosa è bene credere. «Sta bene, sono molto felice – è il suo messaggio – Mio marito e mio fratello sono ora a Bakhmut, ma mio marito dovrebbe essere rimandato a casa per sette giorni per vedere Mateo. Ci sono frequenti bombardamenti in Ucraina, siamo più fortunati perché viviamo a Leopoli, qui arrivano meno razzi, spesso ci sono problemi con l’elettricità. Ma abbiamo imparato a convivere anche con questo problema». Maria aveva scelto di rientrare anche per il futuro di Luka, promettente ballerino di 8 anni. Qui continua a danzare e ad allenarsi: «Luka, lo scorso novembre ha partecipato ai Mondiali nei Paesi Bassi, ha rappresentato l’Ucraina e ha ottenuto il terzo posto finale – racconta con entusiasmo la mamma – Il 12 febbraio è diventato campione dell’Ucraina ed è stato candidato al titolo di maestro dello sport. Kyprian è andato in prima elementare, mentre Melania è in terza media e Thaddeus va all’asilo».

50 mila profughi hanno lasciato l’Italia per tornare

Per l’accoglienza dei profughi l’Italia ha speso o ha impegnato 754 milioni di euro. Sono serviti per l’assistenza sanitaria, l’ospitalità negli alberghi, il contributo di sostentamento per chi ha trovato una sistemazione autonoma, le spese dei Comuni per i servizi sociali, i minori non accompagnati, l’accoglienza nei Cas e l’accoglienza diffusa. I fondi a disposizione sono stati sufficienti per far fronte al primo anno di accoglienza delle oltre 173 mila persone arrivate nel nostro Paese. Molti sono rientrati in patria, si stimano circa 50mila ucraini.

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