Grestyle 2019. Tanto entusiasmo per i giovani dei patronati, pronti a Grest nei mesi estivi
Grestyle 2019. Positiva l'esperienza di formazione degli animatori del grest, promosso dalla Pastorale dei giovani con Noi Padova. 390 i partecipanti provenienti da 41 parrocchia della Diocesi. Si è respirato...
Dall’esperienza del Grestyle di quest’anno giunge un altro, forte incoraggiamento a proseguire con l’entusiasmo di sempre. Commenti positivi arrivano non soltanto dagli organizzatori coinvolti nell’iniziativa, ma anche e soprattutto dai giovani che vi hanno aderito: 390 in tutto, provenienti da 41 parrocchie della Diocesi di Padova. A guidarli, c'era una equipe di 30 animatori tra i venti e i trent'anni, che hanno maturato esperienze diverse nelle loro parrocchie e che ora hanno scelto di dare il proprio contributo nella formazione dei più giovani.
Il Grestyle, pensato come attività didattica per animatori del grest, si articola in quattro proposte formative: due moduli base, e due moduli avanzati. I moduli sono pensati su un ciclo di quattro anni al fine di garantire una formazione globale dell’animatore del grest su alcuni ambiti fondamentali del suo servizio: il gioco, l’attività di palcoscenico, la spiritualità, il lavoro in equipe, l’ascolto e, l'aspetto più importante, la capacità di essere empatici. «Scopo del Grestyle – precisa Giorgio Pusceddu, tra gli organizzatori della proposta – è anche crescere nelle competenze e nelle abilità educative e di progettazione, e per essere stimolo-lievito-benzina nel proprio gruppo di animatori».
Quest’anno il Grestyle si è svolto in due momenti e due luoghi diversi della diocesi: il 30-31 marzo nel centro parrocchiale Pio X di Cittadella e il 4-5 maggio nel seminario minore di Rubano. «I partecipanti – spiega Pusceddu – sono stati suddivisi in due moduli, uno dal titolo “Accogliere”, destinato ai giovani di prima e seconda superiore che vivevano questa esperienza per la prima volta; l’altro sul tema “Educare”, per i giovani preferibilmente dalla terza superiore in su. In quest'ultimo caso si trattava di un livello avanzato, pensato per i più esperti, che avevano già frequentato il Grestyle negli anni scorsi e che desideravano affrontare tematiche un po’ più complesse».
L’attività del Grestyle è iniziata il sabato pomeriggio con un momento di gioiosa accoglienza animato da canti e balli a tema. Poi il via ai lavori, con la suddivisione in squadre dei partecipanti al modulo “Accoglienza” per esplorare nei dettagli i temi della proposta: qual è il modo più efficace di accogliere i bambini, come farli sentire parte di un gruppo dove ognuno può essere se stesso senza timori, come essere accoglienti senza incorrere nell’errore di apparire troppo accondiscendenti ma riuscendo a trasmettere, insieme alla gioia, anche la serietà di una iniziativa come il grest. Il giovani del modulo “Educare” hanno imparato invece le modalità per una organizzazione e una gestione efficace del grest.
I lavori si sono conclusi con il racconto delle reciproche esperienze, e con una rilettura personale di quanto avevano appena fatto. Dopo cena, non poteva mancare una serata animata dallo staff, prima della celebrazione quasi notturna della messa, alle 22.30. Notte nei sacchi a pelo, e la domenica sveglia presto, come in un giorno di scuola, perché i tempi del Grestyle non ammettono ozi. Il tutto si svolge nell’arco di 24 ore, che devono essere vissute al meglio.
Nella seconda giornata, per il modulo “Accogliere” sono state approfondite la gestione del primo approccio e la cura della relazione coi bambini dopo il primo approccio. E ancora: perché accogliere e spendere il nostro tempo in atteggiamenti di accoglienza? Per il modulo “Educare”: qual è il primo sguardo con il quale vediamo i bambini nell’intenzione educativa che abbiamo verso di loro; soprattutto, qual è l’adulto che vorremmo formare? Quali sono le ragioni del grest come luogo di relazioni? Un interrogativo particolarmente importante, quest’ultimo, perché approfondisce l’aspetto della cura delle relazioni che va oltre il fare e che riguarda anche le relazioni all’interno dell’equipe stessa del grest.
«Il ritmo di queste due giornate è stato sempre molto elevato, con attività che incalzavano e momenti di festa che ci facevano sperimentare la gioia di stare insieme in modo costruttivo» aggiunge Pusceddu.
Quale sarà il ricordo più bello del Grestyle di quest’anno? «La cosa più bella è il contagio dell’entusiasmo, sentire l’energia che si trasmette da un partecipante all’altro e che agisce da rinforzo alla bellezza di vivere questa esperienza del grest, e di farlo con un certo stile».