Catechesi con l’arte. La cena di Emmaus di Jacopo da Ponte nella sacrestia del Duomo di Cittadella
La tela de La cena di Emmaus fu commissionata nel 1537 a Jacopo da Ponte, detto il Bassano, dall’arciprete di Cittadella Pietro Canzio con l’esplicita consegna di porre in evidenza il tema eucaristico. Inizialmente il dipinto era collocato sull’altare maggiore, ora è visibile nella sacrestia del Duomo.
La rappresentazione della scena si richiama al testo evangelico di Luca, descritto in due tempi: a destra scorgiamo l’incontro dei discepoli lungo il cammino, al centro la scena principale attorno alla mensa nel momento in cui la convivialità dei commensali è per così dire immortalata nel gesto benedicente il pane di Gesù. Sono evidenti le peculiarità stilistiche di Jacopo: i particolari ben curati e il paesaggio della zona attorno al monte Grappa, così che l’ambientazione dell’episodio biblico si identifica nel territorio familiare agli stessi osservatori del tempo.
Anche noi, spettatori di oggi, ci immaginiamo nel quadro in cammino lungo le strade della nostra quotidianità, nei nostri luoghi: come i discepoli con dubbi e domande, ci sentiamo delusi e abbattuti, carichi delle paure che proprio questo tempo di pandemia ci ha portato.
Siamo in un giorno di primavera e una rondine, appollaiata sulla sbarra del porticato, ci invita a fissare lo sguardo verso il cielo. Ecco allora che si affianca a noi qualcuno con cui parlare, raccontarsi, e anche ascoltare: un compagno di viaggio che scalda il nostro cuore con le sue parole, che diventa un amico da invitare con insistenza a fermarsi casa nostra per la cena. Attorno alla tavola ben preparata per l’ospite, la relazione si rafforza e un gesto familiare dello spezzare il pane svela l’essenza della comunione: il donarsi. E così la grazia di un sacramento (segno) fa sì che i nostri occhi si aprano e ci svelino una presenza che va oltre e che porta speranza.
Paoletta Olivi