Al cuore dei sacramenti nei tempi del Covid. L'essenzialità dell'iniziazione cristiana a Cervarese Santa Croce e a Candiana

Domenica 8 novembre in diverse parrocchie della Diocesi si sono celebrati cresima e comunione. Una celebrazione sobria, essenziale, scarna, ma non per questo meno intensa. Anzi, proprio l'essenzialità ha fatto apprezzare a genitori e figli il dono ricevuto. I racconti di Cervarese Santa Croce e dell'unità pastorale di Candiana.

Al cuore dei sacramenti nei tempi del Covid. L'essenzialità dell'iniziazione cristiana a Cervarese Santa Croce e a Candiana

La parabola dello sposo che tarda ad arrivare e delle dieci vergini che lo attendono con il lume ha accompagnato, domenica 8 novembre, alcuni ragazzi in diverse parrocchie della Diocesi alla conclusione del percorso di iniziazione cristiana e alla celebrazione dei sacramenti, cresima e comunione. In questo brano del Vangelo di Matteo un'immagine su tutte diventa simbolo del cammino fatto: l’olio. «Nel momento particolare che stiamo vivendo – evidenzia don Leopoldo Zanon, parroco dell’unità pastorale di Candiana, che ha celebrato i sacramenti per due gruppetti di 12 e 9 ragazzi in orari diversi – la celebrazione dei sacramenti è stato un raggio di luce in un periodo buio. Ripensando proprio alle parole del Vangelo posso dire che in questi tempi più che il contenuto è importante l’essenza. La lampada è fondamentale, ma dobbiamo pensare all’olio, proprio come le cinque vergini sagge che se lo procurano per non restare al buio. Ai ragazzi infatti ho detto che stanno accumulando olio buono e non solo una lampada che illumina. È stato un momento di grande speranza».

L’essenzialità ha caratterizzato le celebrazioni: pochi partecipanti, spesso i soli familiari, niente cori o in formazioni ridotte, nessun festeggiamento allargato ad amici e parenti con il pranzo. Tutto orientato al momento in sé, alla sobrietà e all’essenziale che ha reso però il momento più sentito, più raccolto e familiare. «Centrata – continua don Zanon – sull’essenza di tre aspetti: la parola di Dio, il corpo di Cristo e l’invocazione allo Spirito Santo. Si tolgono gli orpelli per arrivare alla celebrazione vera a propria, senza perdere di vista quindi il senso primario, ma mantenendo una atmosfera gioiosa e ordinata, serena e matura».

A Cervarese Santa Croce i ragazzi sono stati suddivisi in piccoli gruppetti, meno di una decina per volta, con celebrazioni dal 22 settembre al 22 novembre, durante la messa festiva: «Sono molto contenti – racconta don Mattia Biasiolo, il parroco – non è solo un "tirare un sospiro di sollievo” per aver concluso un percorso: li vedo desiderosi di arrivare alla celebrazione. Non hanno potuto presenziare al cammino dell’ultima quaresima, che aiuta a creare senso di attesa. Quest’anno è stato più forte il desiderio di incontrare il Signore, crescere insieme a Lui. Per i ragazzi è importante, è come un segno “buono” di normalità in questi tempi segnati da incertezza». «All’inizio – racconta una mamma di Cervarese, Manuela Minotti – ero molto arrabbiata: ci tenevo che mio figlio vivesse tutte le tappe in preparazione ai sacramenti. Poi una nuova convinzione si è fatta avanti e così la celebrazione, pur essendo stata scarna ed essenziale, è stata molto emozionante e forse ha aiutato i ragazzi ad apprezzare ancora di più il dono ricevuto, che ora devono fortificare».

“Osare” e “rischiare” sono due verbi che hanno caratterizzato la conclusione dei percorsi del cammino di iniziazione cristiana: osare e rischiare di incontrarsi, stare insieme, ricominciare dopo il lockdown. Con nuove modalità, evitando gli abbracci, ma riscoprendo lo sguardo, la parola di conforto. «Eravamo abituati a imparare giocando – conclude Letizia Gaudio, catechista dei ragazzi nell’up di Candiana – siamo dovuti uscire dalle nostre abitudini, le cosiddette “confort zone” per riprendere il filo del discorso e accompagnare i ragazzi ai sacramenti. La pandemia ci ha insegnato anche questo e ci ha dato maggiore consapevolezza. È stata una scossa. Abbiamo riscoperto un modo di celebrare libero da gesti eclatanti, semplice, ma ugualmente emozionante. Ci siamo chiesti se valeva il rischio. Per noi accompagnatori è stato un sì deciso. Abbiamo riscoperto un servizio che per noi è chiamata. Ci siamo rimessi in gioco». 

Una mamma

«Come mamma posso dire di essere entrata in una intimità di dialogo con mia figlia – racconta Silvia Rizzo, mamma di una ragazza dell’up di Candiana che ha ricevuto i sacramenti l’8 novembre – Ci siamo concentrati, figli e genitori, su questi due sacramenti, liberi dal superfluo, aperti verso una speranza, uniti come una grande famiglia. Negli occhi di mia figlia ho visto la purezza della scelta fatta, ma anche la concentrazione al momento della comunione e il fuoco dell’olio del crisma. Una celebrazione molto essenziale, ma non serviva altro perché il contenuto era già sostanzioso, ricco, carico di emozioni».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: cresima (5), comunione (45), iniziazione-cristiana (15), olio (6)