Adorazione eucaristica. Gesù, pane di vita: cibo irrinunciabile
Nella Gaudete et exsultate papa Francesco descrive il rapporto tra “eucaristia e santità”. Sono due, in particolare, le parole scelte: accoglienza a trasformazione. Nutriti dall’Eucaristia, generiamo...
«L’incontro con Gesù nelle Scritture ci conduce all’Eucaristia, dove la stessa Parola raggiunge la sua massima efficacia, perché è presenza reale di colui che è Parola vivente. Lì l’unico assoluto riceve la più grande adorazione che si possa dargli in questo mondo, perché è Cristo stesso che si offre. E quando lo riceviamo nella comunione, rinnoviamo la nostra alleanza con lui e gli permettiamo di realizzare sempre più la sua azione trasformante» (Gaudete et exsultate, 157). Papa Francesco, in questo numero dell’esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, descrive in maniera precisa quale sia il rapporto tra Eucaristia e santità. Emergono due parole: accoglienza e trasformazione.
L’accoglienza della vita di Dio nella storia di ogni cristiano inizia nel battesimo, per essere confermata dalla forza dello Spirito santo nella cresima e continuamente rivitalizzata dall’Eucaristia. È l’Eucaristia il cibo che nutre la nostra capacità di accogliere il Signore. È l’Eucaristia che permette alla comunità cristiana di assumere la stessa forma di vita del Cristo e di entrare in comunione con lui e tra di noi. È l’Eucaristia che trasforma la vita e rende efficace la nostra testimonianza. Accoglienza e trasformazione realizzano nel tempo quella santità che è opera di Dio e consente al cristiano di aderire a lui. Siamo chiamati quotidianamente a credere e a costruire su colui che il Padre ha mandato (Gv 6,29).
Gesù rivelando la sua identità dice: «Io sono il pane della vita» (Gv 6,35). È il pane di vita il cibo irrinunciabile per dare forma al germe della carità messo dallo Spirito del Risorto in ogni battezzato. È l’Eucarestia che ci consegna, nella Pasqua della settimana, la possibilità di rendere sempre più evidente l’amore con cui Dio ama la sua chiesa. Benedetto XVI, nell’esortazione apostolica Sacramentum caritatis al n. 94 dice: «L’Eucaristia è all’origine di ogni forma di santità e ognuno di noi è chiamato a pienezza di vita nello Spirito Santo. Quanti santi hanno reso autentica la propria vita grazie alla loro pietà eucaristica!». L’Eucaristia, in virtù della grazia che comunica, spinge ogni battezzato a decentrarsi da se stesso cioè supporta e rinforza «il superamento di ogni forma di egoismo perché scaturisce dalla Pasqua di Cristo».
Mi vengono in mente le parole del beato Carlo Acutis, un adolescente nutrito da un’appassionata spiritualità eucaristica: «Non io ma Dio, l’Eucarestia è l’autostrada per il cielo». Carlo è giunto a queste intuizioni grazie al pane eucaristico accolto ogni giorno nella messa; ciò gli ha permesso di rendere effettivo il primato di Dio nella sua vita.
Un autore contemporaneo (Ezio Bolis) ci aiuta a entrare nel cuore dell’Eucarestia sottolineando come la «presenza eucaristica sia il punto di partenza della speranza per il cristiano e per la vita della Chiesa, il dono finale ricevuto in anticipo. (...) L’Eucaristia è l’avvenire nell’attualità della Chiesa... per questo è sorgente di speranza». E conclude evidenziando che «il punto di arrivo della speranza è ancora la presenza». Una presenza che giustifica la festa dell’assemblea domenicale perché «all’orizzonte di ogni celebrazione sale il giorno della risurrezione che porta in sé la risposta al problema della morte».
Nell’Eucaristia, il figlio di Dio si fa pane per rimanere con noi e in noi. Il Signore è davvero con noi! Mi piace quanto scrive Jean-Ioseph Surin: «Egli si dona in cibo, ci incorpora con lui e, se così posso dire, come noi lo mangiamo, egli pure ci mangia in un modo ineffabile... il Signore per corrispondere all’amore delle anime si consegna loro, si introduce in loro fino al fondo delle loro viscere e fin nel profondo del loro cuore per diffondere la sua luce e la sua unzione... sussurra all’orecchio del cuore questa parola vitale che insegna la vera sapienza e la perfetta santità» (lettera del 9 giugno 1662 a madre Jeanne de la Conception).
don Antonio Oriente
direttore spirituale del seminario minore
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