Diocesi

Un percorso formativo per coordinatori e responsabili di Grest: è la proposta avviata in novembre dall’Ufficio diocesano pastorale dei giovani. Il grest non può più essere improvvisato, va preparato bene. Così da alcuni anni l’Ufficio di pastorale dei giovani e l’Associazione Noi Padova curano una formazione specifica per gli animatori (Grestyle), cui si è aggiunta anche una proposta per i coordinatori e gli adulti in qualche modo coinvolti nel Grest, curata da Matteo Pasqual, pedagogista. Perché  “fare un grest è essere un grest”.

I circoli non si perdono d’animo e, nonostante la pandemia non lasci tregua, si rimboccano le maniche e danno il proprio contributo alle comunità parrocchiali. Tante le idee messe in campo: contest fotografico per Carnevale, concorso di disegni on line, serate sulla Fratelli tutti... E, intanto, si pensa al futuro

Nuovo progetto di Caritas Padova, finanziato con i fondi dell’8 per mille, per dare dignità e speranza a persone in difficoltà. L’iniziativa nasce dall’esperienza del Fondo di solidarietà per il lavoro

“Servire e dare la propria vita” è il tema dei Giovedì dell’educatore, tre appuntamenti unitari on line in programma il 4 marzo, 15 aprile e 13 maggio. «Gli anni scorsi – spiega l’equipe per la formazione educatori diocesana – abbiamo curato due weekend unitari, intensi e arricchenti, con risultati molto buoni in termini di coinvolgimento. Quest’anno abbiamo optato per una formula un po’ diversa: un percorso distribuito nel tempo e, forse, proprio per questo, più accessibile. Tuttavia, non appena sarà possibile, ci piacerebbe tornare alla proposte in presenza». 

Stiamo attraversando una fase storica, unica e particolare dove i ragazzi devono confrontarsi con profondi cambiamenti che segnano e fissano le tappe del percorso evolutivo. Questi cambiamenti sono resi estremamente più complessi dall’isolamento sociale che costringe a ricorrere al digitale per seguire le lezioni, incontrare parenti e amici.

«Un giorno – scrive Bepi Tonello, il presidente veneto del Fepp, Fondo ecuadoriano Populorum progressio – comprò una brutta moto nera che lo faceva felice perché si sentiva libero, perché arrivava prima dove lo chiamavano, perché poteva risparmiare».