Diocesi

Cinquant’anni spesi nel generoso supporto pastorale al suo parroco, don Mario De Agostini, a Saletto di Vigodarzere; trent'anni alla guida dell’Associazione collaboratori e familiari del clero della Diocesi di Padova. Sono i “numeri” di una vita dedicata al servizio della Chiesa; una vita, quella di Angelina Garavello, che si è spenta lo scorso 27 dicembre, all’età di 87 anni, a causa del Covid. 

Rito di elezione questa domenica in Cattedrale. Mentre la Terra è devastata dalla pandemia e venti di guerra ci rubano il sonno, il Signore non cessa di far germogliare segni di speranza nei nostri giorni. Nella prima domenica di Quaresima, il 6 marzo, come ogni anno, si celebra il Rito dell’elezione ai sacramenti pasquali dei catecumeni che riceveranno i sacramenti della iniziazione cristiana nella prossima Pasqua. 

È al vaglio del vescovo Claudio – per la firma definitiva – il testo elaborato dalla Segreteria del Sinodo che contiene le regole che guideranno il percorso sinodale, la cui apertura sarà il prossimo 5 giugno e che si concluderà a fine 2023. Lavoro complesso e a più mani nato dal confronto con il Codice di diritto canonico, i documenti che normano un Sinodo diocesano e i regolamenti di altri sinodi

La Chiesa di Padova è vicina alle popolazioni dell’Ucraina che stanno vivendo il dramma della guerra e in particolare esprime profonda solidarietà alle moltissime persone ucraine che vivono nel territorio diocesano e alle comunità cattoliche di rito bizantino presenti. «La sofferenza della guerra ci tocca da vicino e ci uniamo all’appello di pace di papa Francesco» ha sottolineato il vescovo Claudio Cipolla nei giorni scorsi, invitando le comunità cristiane a pregare quotidianamente per la pace e in particolare nelle messe della domenica. Inoltre, in comunione con il santo padre Francesco e con i vescovi italiani, invita a vivere mercoledì 2 marzo, mercoledì delle Ceneri con cui prende inizio la Quaresima, una giornata di digiuno e di preghiera intensa per la pace.

Intermediazione illecita. È il reato che identifica ciò che conosciamo come caporalato. Si chiama intermediazione illecita. Questo reato, previsto dall’articolo 603bis del Codice penale punito con la reclusione da uno a sei anni, è l’attività di chi recluta le persone per destinarle a lavorare presso terzi in condizione di sfruttamento. Alla radice c’è chi si approfitta dello stato di bisogno degli ultimi tra gli ultimi.