Papa Francesco: “molto dolore” per l’omicidio di padre Olivier Maire
Il Pontefice ha ricordato il superiore provinciale della Congregazione dei Missionari Monfortani, ucciso lo scorso 9 agosto nella regione di Vandea, in Francia, durante l'udienza generale, stamani, in Vaticano. Nella catechesi, meditazione sul tema "La Legge di Mosè": "L’incontro con Gesù è più importante di tutti i comandamenti"
Ha espresso “molto dolore” per la notizia dell’omicidio di padre Olivier Maire. Papa Francesco, durante l’udienza generale, stamani, nell’aula Paolo VI, ha rivolto le condoglianze alla Comunità religiosa dei Monfortani a Saintlaurent-sur-Sèvre, in Vendée, alla sua famiglia e a tutti i cattolici di Francia. Lo ha fatto al momento dei saluti ai pellegrini di lingua francese, presenti in Vaticano. “Vi assicuro la mia partecipazione e la mia vicinanza spirituale”, ha aggiunto il Pontefice. Il superiore provinciale della Congregazione dei Missionari Monfortani è stato ucciso lo scorso 9 agosto nella regione di Vandea in Francia da un uomo con problemi psichiatrici cui la comunità religiosa aveva dato ospitalità.
La catechesi. Continuando il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, il Papa ha incentrato la sua meditazione sul tema: La Legge di Mosè. Il Pontefice si è soffermato sull’intuizione dell’apostolo: “Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge (Gal 5,18)”. E ha osservato che “invece i detrattori di Paolo sostenevano che i Galati avrebbero dovuto seguire la Legge per essere salvati”. “L’apostolo non è affatto d’accordo. Non è in questi termini che si era accordato con gli altri apostoli a Gerusalemme”, in quello che fu il primo concilio. La catechesi del Papa si è concentrata, dunque, su un aspetto: “L’osservanza della Legge garantiva al popolo i benefici dell’Alleanza e il legame particolare con Dio”. Infatti, stringendo l’Alleanza con Israele – ha osservato Francesco -, “Dio gli aveva offerto la Torah perché potesse comprendere la sua volontà e vivere nella giustizia”. “In quel tempo c’era bisogno di una legge così, perché c’era il paganesimo dappertutto”. “Più volte, soprattutto nei libri dei profeti, si riscontra che la non osservanza dei precetti della Legge costituiva un vero tradimento all’Alleanza, provocando la reazione dell’ira di Dio. Il legame tra Alleanza e Legge era talmente stretto che le due realtà erano inseparabili”. Ma “l’Apostolo spiega ai Galati che, in realtà, l’Alleanza e la Legge non sono legate in maniera indissolubile”.
Dalla Legge allo Spirito. Il Pontefice ha indicato che il primo elemento su cui Paolo fa leva è che “l’Alleanza stabilita da Dio con Abramo era basata sulla fede nel compimento della promessa e non sull’osservanza della Legge, che ancora non c’era”. Le parole dell’Apostolo – ha poi evidenziato il Papa – mettono “fuori gioco” quanti sostengono che “la Legge mosaica sia parte costitutiva dell’Alleanza”. “La Torah, in effetti, non è inclusa nella promessa fatta ad Abramo. Detto questo, non si deve però pensare che san Paolo fosse contrario alla Legge mosaica”, ha precisato il Papa. La sua attenzione, infatti, si è concentrata sul fatto che “più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza”.
“La legge è un cammino, porta a un incontro. La Legge però non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare. Chi cerca la vita ha bisogno di guardare alla promessa e alla sua realizzazione in Cristo”.
Infine, Papa Francesco ha indicato “la radicale novità della vita cristiana” presentata nella prima esposizione dell’Apostolo ai Galati: “Tutti quelli che hanno la fede in Gesù Cristo sono chiamati a vivere nello Spirito Santo, che libera dalla Legge e nello stesso tempo la porta a compimento secondo il comandamento dell’amore. La legge ci porta a Gesù, all’incontro con Lui”. Quindi, l’invito a “camminare sulla strada dei comandamenti, ma guardando all’amore a Cristo, sapendo che l’incontro con Gesù è più importante di tutti i comandamenti”. Nei saluti ai fedeli di lingua araba, Papa Francesco lo ha ribadito: “Dal giorno della venuta di Gesù Cristo, tutti quelli che hanno fede in Lui, sono invitati a vivere nello Spirito Santo, il quale ci libera dalla legge e in pari tempo la porta a compimento applicando la legge dell’amore”.
Il giorno di santa Chiara. Durante i saluti ai pellegrini di lingua italiana, Papa Francesco ha ricordato la memoria odierna di Santa Chiara d’Assisi, “luminoso modello di chi ha saputo vivere con coraggio e generosità la sua adesione a Cristo”. Da parte sua, l’invito ai fedeli a imitare il suo esempio perché “possiate come lei rispondere fedelmente alla chiamata del Signore”.