Chiesa nel mondo

“Ascoltare con l’orecchio del cuore”, il recente messaggio di Papa Francesco in occasione della 56ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, aiuta ad orientarsi sia nella frastagliata realtà dei media, sia nella vera e propria esperienza comunicativa che ciascuno di noi continuamente vive e di cui viene proposta una attenta fenomenologia. Comune ai due ambiti, inerenti la macrosfera della comunicazione e la microsfera delle relazioni interpersonali, è la dinamica di esclusione dell’alterità che si realizza tramite l’assenza di ascolto, evidenziata dal Santo Padre richiamando la nozione critica di “duologo”, teorizzata dal filosofo ebreo Abraham Kaplan.

Dio scommette felicità su coloro sui quali la storia mondana non scommette: sguardo creatore si posa sui piccoli, gli affamati, i piangenti, i rifiutati. Perché, nella loro bassa pianura, essi sono aperti alla kenosi del Figlio suo, grazia dall’Alto. Dio fa ripartire il suo Adamo ancora una volta solo da un pugno di polvere. Sapremo gustare questa strana felicità, oggi - nel guado di molteplici crisi -, cogliendola con lo sguardo volto ai poveri e, in trasparenza attraverso di loro, sulle moltitudini che cercano vita?

In via dei Servi, 2 a Siena, in piena Contrada di Valdimontone a poche centinaia di metri da piazza del Campo e dalla piazza con la statua di Sallustio Bandini, diventata prima icona della ricchezza e poi degli imbrogli finanziari, c’è una porta dalla quale si accede ai servizi che le suore di San Vincenzo de Paoli ed i loro oltre 40 volontari, offrono quotidianamente ai poveri della città. 

Ci sarà anche la Striscia di Gaza all’incontro “Mediterraneo frontiera di pace” che radunerà a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, i vescovi delle Chiese che si affacciano sul Mare Nostrum e i sindaci delle principali città mediterranee. Ci sarà con la preghiera dei 134 fedeli cattolici della parrocchia locale della Sacra Famiglia che hanno ricevuto in dono da papa Francesco 134 corone del Rosario. A raccontarlo al Sir sono il parroco, padre Gabriel Romanelli e il giovane seminarista Abdallah Jeldah, una vocazione nata e cresciuta sotto i razzi e le bombe.

“Per noi questa attesa dura da due anni. Eravamo pronti per questo viaggio del Papa a Malta per Pentecoste del 2020. Per noi è una grande gioia anche accogliere il Papa prima di Pasqua, il 2 e 3 aprile, anche perché per Malta, è la visita di un pastore amato molto dalla nostra gente. Spero che sia un invito a continuare quello che il Papa chiama l’incontro con la gioia del Vangelo. E la figura del papa per noi è proprio dell’uomo del Vangelo, dell’uomo della gioia e della buona notizia”. 

Competenza, ma anche misericordia, vicinanza, consolazione. E soprattutto speranza. Sono le parole chiave della cura. Non ha dubbi il responsabile della Pastorale della salute della Cei, che in occasione della Giornata del malato che ricorre oggi ha voluto ringraziare i "curanti" con un momento di preghiera e una lettera

Gratitudine, riconoscenza, rispetto e stima: ad esprimerli a tutti i professionisti della cura – medici, infermieri, operatori sociosanitari – è l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei nella “Lettera ai curanti” diffusa oggi in vista della XXX Giornata mondiale del malato che si celebra l’11 febbraio sul tema “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.

Digiuno da tre giorni per il missionario, fondatore della Missione di Speranza e Carità di Palermo: "Preghiamo tutti insieme per scongiurare il rischio di una nuova guerra mondiale e per le tantissime guerre che dilaniamo il mondo, per la liberazione definitiva dalla pandemia e da tutte le violenze e le ingiustizie"

No all'accanimento terapeutico, sì alle cure palliative, senza però confonderle "con derive inaccettabili che portano ad uccidere". Così Papa Francesco ha affrontato il tema del fine vita, nell'udienza di oggi: "la vita è un diritto, non la morte, che va accolta e non somministrata"