La storia di Sant'Urbano
La nascita della parrocchia di Sant’Urbano è legata all'opera di bonifica intrapresa alla fine del Quattrocento dal doge Agostino Barbarigo e dal nobile Nicolò Querini. La chiesa, ultimata in pochi anni, dipendeva dalla collegiata di Santa Tecla a Este. L'attuale edificio, in stile gotico moderno, è della prima metà del Novecento.
La nascita della parrocchia di Sant’Urbano è raccontata dal vescovo Pietro Barozzi nei Diversorum custoditi nell’archivio della curia.
Era il 1495, il doge Agostino Barbarigo e il nobile Nicolò Querini si apprestavano a bonificare alcuni loro possedimenti paludosi nella valle del Gorzone, detta Valle Urbana, e pensando alla popolazione del luogo chiesero al papa Alessandro VI il permesso di costruire una chiesa intitolata a sant’Urbano papa, domandandone il diritto di patronato e di nomina del rettore.
Il pontefice acconsentì e nel 1499 la chiesa era già ultimata, con tanto di rettore nominato.
Dalla relazione della visita pastorale del 1571 risulta che l’edificio era orientato a est e terminava con tre cappelle.
Dalla visita successiva del 1587 sappiamo che dipendeva dalla collegiata di Santa Tecla a Este. In seguito vennero aggiunti coro e presbiterio, un ulteriore restauro avvenne nel 1882.
Insufficiente e vecchia, nel 1928 si iniziò la costruzione di una nuova parrocchiale in stile gotico moderno con navata unica a sei cappelle, presbiterio quadrato e cupola ottagonale. Fu terminata nel 1940 e nel 1955 è stata consacrata.