Pozzoveggiani. La chiesa di San Michele Arcangelo ci parla di una fede semplice, ma forte
Una fede antica che apre al presente. Approfittando del calore primaverile, si risveglia il desiderio di scoprire le bellezze che il territorio custodisce.
Seguendo una delle antiche vie del tracciato romano, la via Annia, giungiamo alla piccola chiesa di San Michele Arcangelo a Pozzoveggiani. La chiesetta, innalzata nel 12° secolo e abbandonata dal 18°, oggi restaurata, fa parte della parrocchia di Salboro. Ha un impianto basilicale a tre navate, con tre absidi semicircolari. La sua costruzione fu impostata su un precedente edificio cultuale del 6°-7° secolo d. C. Nonostante i vari rimaneggiamenti, si percepiscono le influenze della cultura artistica di matrice carolingio-ottoniana intrecciate agli elementi dell’ambiente lagunare veneto.
All’interno sono custoditi una serie di dipinti appartenenti a età differenti: il gruppo più antico è datato tra 10° e 11° secolo e rappresenta una serie di apostoli inquadrati entro arcate di un colonnato. A una fase successiva (12°- 13° secolo) risalgono i dipinti collocati nel bacino absidale posti su tre registri: in alto il Cristo Pantocrator circondato dai simboli degli evangelisti, al centro una teoria di apostoli interrotta dalla figura di un pellicano che porta il cibo ai suoi piccoli, infine una serie di cavalieri armati.
Il Cristo al centro, immagine di Dio, ci ricorda che da lui ha origine tutto il creato e ogni cosa è buona così come l’uomo è cosa buona creata da Dio ed è chiamato a prendersi cura del creato. Sempre da Cristo ha origine la Chiesa rappresentata dagli apostoli e chiamata sul suo esempio a dare la vita per la salvezza degli uomini: è questo il significato del pellicano, che si lacera il petto per nutrire i suoi piccoli. Una chiesa quindi piccola, ma preziosa dove le antiche pietre e le vive immagini testimoniano una fede semplice ma forte, che ha percorso i secoli ed è a giunta fino a noi continuando a parlarci.
Annarita Lisella