A Campo San Martino c'è una sacra rappresentazione che aiuta a "guardare oltre"
A Campo San Martino tutto è pronto per la seconda edizione del presepe vivente, che coinvolge circa centocinquanta persone. L'obiettivo è aiutare i visitatori a cogliere il vero spirito del Natale, invitandoli a volgere lo sguardo alle zone più dimenticate della Terra.
A Campo San Martino quella del presepe vivente è un’avventura recente.
A cadenza biennale, il progetto ha avuto la sua prima realizzazione nel 2014 ed è andato a colmare il vuoto lasciato dalla fine di analoghe iniziative organizzate in zona.
«In zona, che io sappia, siamo gli unici ad allestire il presepe vivente» sottolinea Massimo Zanarella, appassionato parrocchiano da cui è scaturita l’idea di ricreare la Natività con figuranti in carne e ossa.
Quattro le rappresentazioni previste, negli spazi tra l'ex canonica Don Bosco e il centro parrocchiale: sabato 24 dicembre dalle ore 23, dopo la messa della notte, e nei giorni venerdì 6, domenica 8 e domenica 15 gennaio dalle 15.30 alle 19.
«La proposta era nata per coinvolgere bambini e ragazzi nella vita della parrocchia al di là dell'impegno della catechesi, anche se poi, in realtà, vi avevano aderito soprattutto persone più mature». Per questa seconda edizione tutto si preannuncia un po' più grande ed elaborato, a partire proprio dal numero dei figuranti – sessanta per ogni recita, per complessive centoventi persone – e di scenografi e costumisti – una trentina – provenienti anche dai paesi limitrofi.
«Al villaggio dei pastori che caratterizzava il presepe del 2014 abbiamo aggiunto altri edifici che ricordano le architetture tipiche della Palestina – spiega Zanarella, che parla con grande trasporto soprattutto della scena della Natività – È lunga sedici metri, profonda sette e larga cinque. Al centro stanno la stalla con la mangiatoia e il fienile, con, ai lati, una grotta per i pastori e un colonnato per il coro degli angeli».
I visitatori troveranno ad accoglierli due angeli, per poi trovarsi immersi nella vita quotidiana del tempo, con casari intenti a fare il formaggio, pastori e altri artigiani.
«In questo contesto verrà recitata la scena del rifiuto opposto dai locandieri a Maria e Giuseppe, costretti a ripararsi in un alloggio di fortuna. Cuore della rappresentazione sarà, ovviamente, la nascita del Salvatore, seguita dall'arrivo dei Magi».
Per i visitatori è stata allestita anche una sala per la proiezione di filmati, incentrati sul tema della carità.
«Mostreremo posti dimenticati come lo sono certe zone di Brasile e Kenya, dei cui problemi la televisione non parla mai. Il ricavato delle offerte che raccoglieremo con le rappresentazioni del presepe andrà proprio agli abitanti di quei luoghi, tramite contatti che abbiamo grazie al nostro parroco, don Damiano Fortin, e ad altri sacerdoti della nostra diocesi che, come lui, hanno prestato servizio in quelle terre lontane. Una parte delle offerte servirà anche per la ristrutturazione della nostra chiesa parrocchiale. Vorremmo sensibilizzare le persone sul fatto che siamo sì fortunati ad avere una bella rappresentazione del Natale al centro del nostro paese, ma poi serve anche guardare oltre, ai tanti problemi che ci circondano. Credo che un modo diverso di contemplare il presepio quale è, appunto, quello della ricostruzione vivente, possa aiutare a cogliere il senso profondo di questa festa, che è tutt'altro rispetto ai regali e alle grandi abbuffate».