Il saluto del sindaco Bitonci: "Ci interpelli sempre e comunque come amministratori e come individui"
Il discorso del sindaco della città di Padova, Massimo Bitonci, che ha ufficialmente accolto il vescovo Claudio sul sagrato del Duomo prima dell'ingresso per la celebrazione d'investitura.
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Sul sagrato della Cattedrale, è stato il sindaco di Padova Massimo Bitonci a dare il benvenuto ufficiale della città al vescovo Claudio che dapprima, dopo essere sceso dall’auto che lo ha condotto in piazza Duomo dall’Opera della Provvidenza di sant’Antonio a Sarmeola, ha voluto salutare personalmente – quasi uno a uno – i numerosissimi fedeli, stringendo mani e dispensando sorrisi affettuosi, soprattutto a chi era giunto dalla sua Mantova.
«Padova oggi l’accoglie – ha esordito il sindaco Bitonci – come una comunità che ha sete di verità e di giustizia e a cui lei, vescovo Claudio, è chiamato a dare risposte. “Coraggio, alzati! Ti chiama” sono le parole che accompagnano il suo stemma e queste sono le parole che, come città di Padova, lei ci dona: rappresentano una nuova chiamata e una riscoperta di valori che, attraverso la tradizione cristiana, di cui lei è testimone e custode, sono oggi, e dovranno essere in futuro, fondamento del nostro vivere comune». Il primo cittadino, poi, ha rivolto un desiderio accorato al vescovo Cipolla per saper guidare al meglio la comunità cristiana padovana: «Da sindaco la invito a interpellare, sempre e comunque, l’amministrazione comunale e noi amministratori come singoli individui. A scuotere e persuadere le nostre coscienze. Padova è grande ed è sempre stata grande quando ha saputo ascoltare le parole pronunciate dalla cattedra del vescovo Prosdocimo. È stata grande quando, per opera del vescovo Giordano e del podestà Giovanni Rusca, ha fondato il nucleo dell’attuale ateneo. È grazie al vescovo Giustiniani che nacque il primo embrione di quell’ospedale affermato ancora adesso a livello internazionale. E poi fu grazie al vescovo Girolamo Bortignon che sono nati Medici con l’Africa Cuamm e l’Opsa». Infine, il sindaco ha citato con riconoscenza anche il predecessore del vescovo Claudio: «Ringrazio mons. Antonio Mattiazzo, perché è per lui che a Padova esiste un centro di cura all’avanguardia per le malattie degenerative come casa Madre Teresa di Calcutta».
Bitonci non ha dimenticato di citare il variegato mondo dell’associazionismo e del volontariato che rappresentano una nota distintiva della città di Padova, come esempio di attenzione agli ultimi. ««Ci aiuti a spalancare le porte dei nostri cuori, a essere vicini ai deboli e agli ultimi, che nella nostra comunità hanno innanzitutto lo sguardo dei poveri, dei disoccupati, degli anziani soli, dei malati. Il volto sofferente delle donne e degli uomini che, anche venendo da lontano, cercano, con purezza di cuore, pace e libertà. Hanno il cuore ferito di tutti i figli della nostra comunità che si scoprono disorientati di fronte alle sfide della vita. E hanno il cuore ferito delle numerose e talvolta giovani famiglie che la nostra società chiama a prove inaudite. Aiutiamoli, sono la cellula originaria della vita sociale».
Don Claudio ha risposto con sintetica efficacia: «Pace a lei, alla sua famiglia, alla sua città». Poi si è incamminato verso l’ingresso della cattedrale per iniziare l’intenso rito.