Verso il Sinodo del 2015: la famiglia come "opera libera del Signore"
La novità dei Lineamenta della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015, è costituita dalle 46 domande che scandiscono questa seconda fase di ascolto della chiesa in tutto il mondo. Con la fondata speranza di rispondere alle esigenze poste dal tema del Sinodo: "La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa e nel mondo contemporaneo".
Quarantasei domande per inaugurare la seconda fase del cammino sinodale
Il Sinodo era stato preceduto da un Questionario inserito nel documento preparatorio, ed ora si prepara alla celebrazione finale promuovendo ancora una volta “un’ampia consultazione sulla famiglia”.
È la novità dei Lineamenta della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Al centro dei Lineamenta, la Relatio Synodi con cui si è conclusa la prima fase. «Lasciarsi guidare dalla svolta pastorale che il Sinodo Straordinario ha iniziato a delineare, radicandosi nel Vaticano II e nel magistero di papa Francesco»: è l’invito che precede le domande di approfondimento della terza parte della Relatio Synodi, dove sono affrontati anche i temi che hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica: matrimoni civili, convivenze, divorziati risposati, persone con tendenza omosessuale.
Per fronteggiare adeguatamente le sfide poste da tali situazioni, ci vuole «una pastorale retta dall’arte dell’accompagnamento», come spiega il papa nella “Evangelii Gaudium”. Chiese particolari e istituzioni accademiche, organizzazioni e aggregazioni laicali dovranno far giungere i risultati della consultazione alla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi entro il 15 aprile 2015, in modo da rendere possibile la pubblicazione dell’Instrumentum laboris prima dell’estate.
Fuori dagli schemi
Le domande pubblicate vogliono essere una riflessione su come “ripartire dalla famiglia” per “annunciare con efficacia il nucleo del Vangelo”, si legge nei Lineamenta, in cui si ricorda che il cammino tracciato dal Sinodo straordinario “è inserito nel più ampio contesto ecclesiale” indicato dalla “Evangelii Gaudium”. Partire, cioè, dalle “periferie esistenziali”, con una pastorale contraddistinta dalla “cultura dell’incontro”, capace di “riconoscere l’opera libera del Signore anche fuori dai nostri schemi consueti” e “assumere, senza impaccio”, le sembianze di un “ospedale da campo”. “La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella chiesa e nella società di oggi?”, la domanda previa.
Attenzione “ai lontani”
“In quale proporzione, e attraverso quali mezzi, la pastorale familiare ordinaria è rivolta ai lontani?”.
È una delle domande relative alla prima parte della Relatio. L’obiettivo: valorizzare il “desiderio di famiglia” presente anche in chi “è coinvolto in situazioni di famiglie non corrispondenti alla visione cristiana”.
“Tra i non battezzati quanto è forte la presenza di matrimoni naturali, anche in relazione al desiderio di famiglia dei giovani?”. La minaccia: il “relativismo culturale” e il “conseguente rigetto da parte di molti del modello di famiglia formato dall’uomo e dalla donna uniti nel vincolo matrimoniale e aperto alla procreazione”.
Per reagire alle “contraddizioni culturali” odierne bisogna chiedersi quali siano, “oltre all’annuncio e alla denuncia, le modalità scelte per essere presenti come chiesa accanto alle famiglie nelle situazioni estreme”, quali le “strategie educative per prevenirle”, e “che cosa si può fare per rafforzare le famiglie credenti, fedeli al vincolo”.
Accompagnare le famiglie ferite
“Senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno”.
È il n. 44 della “Evangelii Gaudium”, a fornire le coordinate per lo “sguardo” della chiesa verso le famiglie “ferite e fragili”, di cui si parla nella seconda parte della Relatio Synodi, per rispondere alla domanda su “quale sguardo deve rivolgere la chiesa ai cattolici che sono uniti solo con vincolo civile, a coloro che ancora convivono e a coloro che dopo un valido matrimonio si sono divorziati e risposati civilmente”.
“Consapevoli degli evidenti limiti e delle imperfezioni presenti in così diverse situazioni, i Padri hanno assunto positivamente la prospettiva indicata da papa Francesco”, si ricorda nel testo, in cui si esortano le chiese locali a interrogarsi su “come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili”.
Tra le domande contenute nei Lineamenta, quella su “come rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità” matrimoniale.
“La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati – si legge nel testo – necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti”.
“La cura pastorale delle persone con tendenza omosessuale – si ribadisce nei Lineamenta – pone oggi nuove sfide, dovute anche alla maniera in cui vengono socialmente proposti i loro diritti”.
Per una “ecologia” del generare
“Come promuovere il dialogo con le scienze e le tecnologie biomediche in maniera che venga rispettata l’ecologia umana del generare?”.
È la domanda dei Lineamenta relativa alla parte della Relatio in cui si affronta il tema della trasmissione della vita e della sfida della denatalità citando l’Humanae vitae di Paolo VI. Esame di coscienza anche su “come la chiesa combatte la piaga dell’aborto”.
Sul piano socio-politico, le comunità ecclesiali sono esortate a essere coraggiose “nella proposta di soluzioni valide” per promuovere una maternità e paternità “generosa”, incoraggiando anche all’adozione e all’affido e promuovendo “la cura e il rispetto dei fanciulli”.