Sinodo sulla famiglia/4* Divorziati risposati: quali strade possibili?
Don Giampaolo Dianin, docente di teologia morale e pastorale della famiglia, interviene sul quarto gruppo di domande del questionario preparatorio al sinodo sulla famiglia: sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili.
In queste settimane è stato pubblicato un volumetto che contiene l’intervento che il cardinale Kasper ha proposto al concistoro dei cardinali lo scorso 20 febbraio (Il vangelo della famiglia, Queriniana, Brescia 2014). Ci aveva già pensato il quotidiano Il Foglio a pubblicarlo lo scorso 1° marzo. Così quel documento, che doveva rimanere riservato, è diventato di dominio pubblico e con esso anche le ipotesi che l’illustre teologo ha fatto per il problema dei divorziati risposati.
In realtà il documento è molto ampio e affronta tutti i temi del prossimo sinodo dedicando a questa spinosa questione solo l’ultima parte. Non era nelle intenzioni di Kasper orientare la discussione ma solo porre sul tappeto alcune ipotesi di lavoro, visto che toccherà ai due sinodi, in cantiere per il 2014 e il 2015, lavorare su queste tematiche. Se pensiamo all’importanza della famiglia per la chiesa e l’evangelizzazione, è un vero dramma l’aumento delle famiglie disgregate ed è una fonte di acute sofferenze per i diretti interessati e per i figli.
Se la realtà dei conviventi o degli sposati solo civilmente provoca il compito educativo della chiesa chiamata ad annunciare il vangelo del matrimonio e della famiglia, la condizione dei divorziati che sono passati a nuove nozze interroga la chiesa nella sua fedeltà al vangelo e nella sua azione misericordiosa verso tutti coloro che per diversi motivi si trovano in queste situazioni.
Non si può ridurre tutto alla questione dell’accesso ai sacramenti e a essere interrogata è la prassi pastorale che accompagna al matrimonio e che poi si fa compagna di viaggio in particolare delle giovani coppie. Ma certamente la questione dei sacramenti è importante, soprattutto per coloro che lungo la loro vita hanno riscoperto la fede e vorrebbero viverla in pienezza.
Kasper non ipotizza nessun cambiamento della dottrina perché la chiesa prima di tutto deve rimanere fedele al vangelo che sul “per sempre” del matrimonio è molto chiaro. Scrive Kasper: «Non si può proporre una soluzione diversa o contraria alle parole di Gesù». Kasper si chiede invece se non possa essere esercitata con più attenzione la misericordia cercando una soluzione per casi particolari. Sono molte le questioni che il cardinale affronta nel suo intervento mostrando la complessità del tema; tra queste ipotizza un percorso penitenziale che preveda alla fine la riammissione all’eucaristia, esattamente come succedeva nei primi secoli per quei cristiani che avevano rinnegato la fede in tempo di persecuzione e che poi venivano riammessi alla piena comunione con la chiesa.
«Per costoro – scrive Kasper – la chiesa aveva sviluppato la pratica penitenziale canonica, come secondo battesimo, non con l’acqua ma con le lacrime della penitenza; dopo il naufragio del peccato, il naufrago non doveva avere a disposizione una seconda nave, bensì una tavola di salvezza». Le ipotesi di Kasper hanno già aperto un vasto dibattito che certamente coinvolgerà anche teologi e pastori. Le questioni sul tappeto sono tante: le parole di Gesù sul divorzio, la prassi della chiesa lungo la sua storia, il ruolo dei tribunali ecclesiastici, il valore delle seconde nozze.
Papa Francesco non sta prendendo le cose alla leggera; prima c’è stata la consultazione aperta a tutta la chiesa, poi ci sarà un primo sinodo straordinario e un secondo a distanza di un anno. Ci sono tutte le condizioni perché lo Spirito possa accompagnare la chiesa a capire quali strade intraprendere. Si è aperto un lungo percorso di discernimento che chiama tutti noi a pregare per questo importante evento. Alla fine, ne siamo certi, lo Spirito santo farà la sua parte come al tempo del Concilio. Papa Francesco ama aprire percorsi sapendo che è lo Spirito a guidare la chiesa.