Cementifici, edilizia, mobile: la Bassa Padovana sprofonda nella crisi
Incontro dei lavoratori e dei sindacati con i parlamentari padovani sulla crisi di Italcementi di Monselice e Cementizillo di Este. Chiesto il prolungamento degli ammortizzatori sociali, in deroga a quanto prevede il Jobs Act, e la convocazione di un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico per far rientrare la Bassa padovana tra le “Aree di crisi industriale non complessa”.
L’annunciata chiusura della Cementizillo è solo l’ultima tegola su un territorio in crisi profonda.
Quella del cemento è una situazione drammatica, dovuta al drastico calo delle costruzioni (meno 60 per cento a livello nazionale, fino al 70 per cento in Veneto) che ha portato dalle 11 cementerie aperte nel 2007 a solo 3 realtà ancora attive in tutto il Nordest: la Cementeria di Monselice, la Cementizillo di Fanna in provincia di Pordenone e la Cementirossi di Pederobba in provincia di Treviso.
Ma a soffrire è l’intera filiera dell’edilizia e delle costruzioni, in particolar modo nella Bassa padovana
Se a livello provinciale si registra la scomparsa del 9,8% delle imprese, nell'estense si raggiunge il meno 13,5%, nel monselicense il meno 13,7%, nel montagnanese addirittura il meno 16,5%.
Alla situazione dell'edilizia va poi sommata quella del settore del legno nel distretto del Montagnanese – Casalese, con il 38,9% di imprese che hanno chiuso i battenti tra il 2009 e lo scorso settembre.
I parlamentari presenti all’incontro (gli onorevoli Gessica Rostellato, Alessandro Naccarato, Giovanni Paglia, Giulia Narduolo e il senatore Giorgio Santini) hanno espresso unanimemente solidarietà e vicinanza ai circa 150 lavoratori che rischiano di restare a breve senza lavoro e senza nessun sostegno per vivere dignitosamente e sostenere le loro famiglie. È stata poi manifestata forte preoccupazione anche per l'indotto, visto che la chiusura delle aziende più importanti e la perdita di un numero così ingente di stipendi nel territorio non potrà che avere importanti ricadute negative anche su tante piccole imprese ed esercizi commerciali.
Condiviso anche l’appello alla responsabilità sociale delle imprese coinvolte, che devono partecipare attivamente al percorso per creare le condizioni per un futuro produttivo e di benessere per la Bassa padovana, anche contribuendo alla ricerca di investitori che portino avanti una riconversione industriale dei siti produttivi di Este e Monselice.
Tra le proposte concrete avanzate, è stata anche ventilata la possibilità di un prolungamento degli ammortizzatori sociali, in deroga a quanto prevede il Jobs Act.
Una strada praticabile sostenendo l'impegno della Regione per la convocazione di un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico, che faccia rientrare la Bassa padovana tra le “Aree di crisi industriale non complessa”. Si tratta di un Istituto previsto legislativamente ma per il quale mancano i decreti attuativi, che vanno predisposti al più presto, sulla base delle condizioni di tante zone del Paese che vivono le stesse sofferenze economiche e sociali della Bassa Padovana.
“Questo è un momento decisivo – hanno dichiarato Dario Verdicchio, segretario generale della Fillea Cgil di Padova e Rudi Perpignano della Filca Cisl – per il futuro dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutta la Bassa padovana. Saremo in grado di affrontarlo nel modo giusto solo se tutti faranno sistema, faranno squadra. Non servono a nulla iniziative personalistiche, protagonismi, strumentalizzazioni, proposte velleitarie. Bisogna andare avanti tutti insieme e alla luce del sole. Occorre una soluzione immediata per i lavoratori che perderanno il lavoro tra pochi mesi. Dobbiamo ispirarci alle Intese programmatiche d'area (Ipa) che in alcune realtà funzionano e contribuiscono a promuovere un modello di sviluppo in grado di superare le difficoltà di questi anni. L'Ipa esiste anche nella Bassa padovana, ma non è mai decollata a causa della frammentazione istituzionale che vede 46 amministrazioni comunali faticare a trovare una sintesi nell'interesse delle loro comunità. In uno scenario così complicato, vanno messi da parte i campanilismi e dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione, con coraggio e lungimiranza, nella convinzione che possiamo farcela a costruire un futuro migliore per tutti”.