Cementifici della Bassa in piazza contro i licenziamenti
I lavoratori della Cementizillo sono scesi in piazza a Este per manifestarecontro i licenziamenti decisi dall'azienda. Da questa scelta sono colpiti 66 dipendenti, 54 dei quali addetti alla produzione, 12 invece impiegati nell'amministrazione. "Stiamo assistendo a una vera e propria desertificazione produttiva che sta colpendo un territorio che corre il rischio di rimanere invischiato in una crisi economica senza via d'uscita”.
La scelta di far sentire la propria voce a tutta la cittadinanza e alle Istituzioni è stata assunta in un'assemblea che si è svolta lo scorso 25 gennaio. Proprio in questi giorni sono arrivate alle Organizzazioni Sindacali e alle Rsu le raccomandate che formalizzano la messa in mobilità dei lavoratori.
“Si è trattato – hanno dichiarato Dario Verdicchio, della Fillea Cgil, e Rudi Perpignano, della Filca Cisl – di un primo momento di sensibilizzazione dell'opinione pubblica della Bassa padovana non solo sul destino di decine di famiglie che a breve potrebbero rimanere senza gli strumenti minimi di sussistenza, ma sulla vera e propria desertificazione produttiva che sta colpendo un territorio che corre il rischio di rimanere invischiato in una crisi economica senza via d'uscita”.
Sono scesi in piazza, al fianco dei dipendenti della Cementizillo, anche i lavoratori della Italcementi di Monselice, per i quali la Cassa integrazione straordinaria per cessata attività scadrà il 31 gennaio 2017. Dal primo febbraio 2017, quindi, si troveranno nella medesima situazione dei loro compagni.
“Si tratta di altri 56 lavoratori – hanno aggiunto i due sindacalisti – che non hanno prospettive di reimpiego in tempi ragionevoli. Altre famiglie che temono per il loro futuro. L'ennesima azienda della Bassa padovana che chiude i battenti in un assordante silenzio e nel disinteresse generale”.
Con un comunicato hanno espresso solidarietà ai lavoratori in lotta anche le Rsu e i dipendenti della Cementeria di Monselice (di proprietà della stessa famiglia Zillo). Alla manifestazione erano presenti anche ex lavoratori della Cementeria di Monselice, licenziati nel 2013 e nella condizione di "esodati" a causa delle conseguenze nefaste della Riforma Fornero.
Una delegazione dei manifestanti, accompagnati dai rappresentanti sindacali, sono stati ricevuti in comune dal Sindaco di Este Giancarlo Piva.
“Abbiamo chiesto all'Amministrazione comunale - hanno sottolineato Verdicchio e Perpignano - di farsi interprete delle preoccupazioni di tanti cittadini e di coinvolgere le Istituzioni provinciali, regionali e nazionali per creare le condizioni favorevoli ad una ricollocazione lavorativa di persone che sono ben lontane dal raggiungere l'età pensionabile. Ora come organizzazioni sindacali pretendiamo un incontro urgente con la Regione per fare il punto della situazione e poter riaprire con tutti i soggetti coinvolti il tavolo regionale sulle cementerie della Bassa padovana".
"La chiusura delle aziende, la perdita di un numero così significativo di stipendi (oltre 120 solo tra Cementizillo e Italcementi) – hanno concluso i rappresentanti di Fillea e Filca – avrà ricadute pesanti su tutto il tessuto economico. Non possiamo lasciare che l'impoverimento prosegua senza che nessuno si muova per provare ad invertire una tendenza che prosegue ormai da troppi anni. Il Paese, con il drastico ridimensionamento della produzione del cemento, indebolisce ancora di più il settore manifatturiero che rappresenta da sempre la struttura portante della sua economia".