Due ali leggere per vedere la vita da altre prospettive
Il nuovo illustrato di Cristina Bellemo per Topipittori nasce dalla suggestione di un verso della poetessa polacca Szymborska, racconta dell'autrice bassanese, della sua vita e della sua incredulità di fronte ai doni ricevuti.
Non è possibile leggere le pagine illustrate di Cristina Bellemo in un battito di ciglia. Quasi magicamente, come un ammaliante canto di sirene, richiamano più e più volte alla scoperta di significati reconditi e particolari semantici che emergono dalla narrazione soltanto alla seconda, terza lettura. Due Ali, l’ultimo libro dell’autrice bassanese (per anni corrispondente della Difesa del popolo) edito da Topipittori (il quarto della Bellemo per la casa editrice milanese) è illustrato in punta di matita da Mariachiara Di Giorgio ed è un libro contemplativo, meditativo, che si presta a più chiavi d’interpretazione, soprattutto se, sfogliandolo, si ha accanto una piccola lettrice in erba di sette anni che regala un senso tutto suo al libro.
Partiamo da qui, dal fatto che Due Ali, per un bambino, possa essere – anche – un libro che affronta la morte in maniera lieve, poetica. «Al tema non ho mai minimante pensato – si stupisce Cristina Bellemo – È un libro che parla di me, della mia vita. Ma questo significato, che anche molti bambini e ragazzi hanno sottolineato durante le mie presentazioni nelle scuole, mi conferma ancora una volta quanto i libri siano più dei lettori che di chi li scrive». Perché sono loro, ingarbugliandoci dentro fantasia e immaginazione, che completano e chiudono le storie.
Proprio perché è un libro che racconta di lei, germogliato dalla suggestione di un verso della poetessa polacca Wislawa Szymborska (premio Nobel per la letteratura nel 1996), «Su alcuni grava l’obbligo di pagare le ali», Cristina Bellemo ne è particolarmente legata perché «se da ragazza avessi trovato un paio d’ali in giardino, avrei fatto proprio come il signor Guglielmo e me ne sarei andata in giro, esterefatta, chiedendo a chi appartenessero, senza mai lontanamente pensare che potessero davvero essere mie». Le tavole ad acquerello di Mariachiara di Giorgio sfiorano la poesia, soprattutto quando ci si approssima al cuore del libro in cui minuziosamente sono tratteggiate decine di piume differenti. Piume grandi, piume piccole, piume larghe, piume sottili, piume corte, piume a strisce, piume monocrome, piume strabilianti nei loro colori accesi.
«Sta proprio qui la maestria di Giovanna Zoboli di Topipittori – continua Cristina Bellemo – Perchè di nuovo ha saputo abbinare il mio testo alla matita giusta, a quella di questo giovane folletto biondo pieno di energia e talento». Per Cristina Bellemo nessuna parola deve mai essere lasciata al caso, ma va scelta, coltivata, sapientemente incastonata dentro al pensiero che detta la storia, a partire dal nome dei personaggi dei suoi libri. Così è stato per Salvatore, il protagonista di Io e il falco edito da Rizzoli, che richiama realmente la persona a cui s’ispira il romanzo, e anche per Beniamino di Storia piccola illustrato da Alicia Baladan sempre per Topipittori. «Guglielmo doveva essere Guglielmo – conclude l’autrice – perchè era necessario che comunicasse anche con il proprio nome nobiltà d’animo, la capacità di elevarsi al di sopra della banalità, osservando la vita da altri punti di vista».