C'è tutto l'Altopiano alla festa di sant'Antonio del Sasso di Asiago
Oltre che per un'escursione lungo la celebre Calà del Sasso, in questi giorni c'è un altro motivo per visitare questo affascinante e genuino angolo di montagna, dove il tempo sembra essersi fermato: la festa di Sant'Antonio, che da 47 anni gli abitanti di Sasso di Asiago dedicano al loro patrono.
Sasso è una frazione di Asiago di quattrocento anime della quale si parla poco.
Abbastanza lontana e discosta dal capoluogo e dalle piste da sci, è frequentata soprattutto dagli escursionisti che vi giungono salendo la grandiosa Calà del Sasso, scalinata di 4.444 gradini che collega Valstagna, giù nella Valbrenta, con l'Altopiano, superando un dislivello di 744 metri.
In questi giorni c'è anche un altro motivo per visitare questo affascinante e genuino angolo di montagna, dove il tempo sembra essersi fermato: la festa di Sant'Antonio, che da 47 anni gli abitanti di Sasso dedicano al loro patrono.
Organizzata dalla locale società sportiva – che avvia al calcio, al nuoto e allo sci una quarantina di bambini del posto – la sagra è iniziata lo scorso fine settimana con spettacoli, giochi tradizionali e tornei di calcio per i più piccoli e un bel cartellone di intrattenimenti musicali. Martedì 13, ricorrenza patronale, chi ha potuto di è radunato a pranzo con i “Toni” per festeggiare tutti gli Antonio e le Antonie prima della messa e della processione.
La manifestazione, ospitata al palatenda del parco Calà del Sasso, prosegue dal 16 al 18 giugno con altre iniziative, mostre d'arte e di fotografia e, ovviamente, un grande stand gastronomico.
La cucina, domenica aperta anche a pranzo, propone specialità locali degne di un ristorante: polenta e musso, baccalà, trippa, frittura mista e grigliata, bistecche di cavallo, spätzle e altro ancora. Dopo cena spazio al divertimento con il festival della musica Liscio e Giovani con le maggiori orchestre del momento.
«La sagra di Sant'Antonio è un appuntamento sempre molto sentito e richiama persone da tutto l'Altapiano – spiega il presidente della società sportiva Sasso, Simone Baù – Si tratta di uno dei due soli momenti di aggregazione che si svolgono in paese durante l'anno. L'altro è la fiaccolata della seconda domenica di agosto che parte da Valstagna e risale la scalinata per ricordare la storia d'amore, tramandata dalla tradizione, tra due giovani di Sasso».
All'interno della festa patronale, un'importante occasione di incontro è il torneo di calcio interbar, storica competizione che dopo quindici anni di pausa è giunta alla seconda edizione del suo nuovo corso: «È un torneo di calcio a otto al quale possono partecipare solo i paesi dell’Altopiano. La competizione si gioca all'insegna di uno spirito di amicizia e di sano agonismo con lo scopo principale di ritrovarsi insieme per decretare la squadra “regina” dell’Altopiano».