Via Crucis diocesana. Gesù è la strada della felicità

La tradizionale via Crucis all’Opsa di Sarmeola, organizzata dal settore giovani di Ac mercoledì 1° aprile a partire dalle 19.30, accompagna all’entrata nel triduo pasquale con il tema scelto da papa Francesco per la giornata mondiale della gioventù 2015: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
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Via Crucis diocesana. Gesù è la strada della felicità

Il triduo pasquale si è aperto a livello diocesano, com’è ormai tradizione, con la Via Crucis all’Opsa, organizzata dal settore giovani di Ac. Un appuntamento prezioso, quello di mercoledì 1° aprile, per ritrovarsi a pregare sotto la croce di Gesù e ascoltare delle testimonianze, ricche di vita e speranza. Il cammino di riflessione è partito dal titolo scelto da papa Francesco per la giornata mondiale della gioventù di quest’anno (che si vive nelle diocesi): “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” e si è sviluppato lungo le varie stazioni a partire dalle 19.30. Ma queste parole del papa cosa muovono in un giovane?

«Mi ispirano – racconta Marco Gianesin, giovane consigliere diocesano di Ac – a conoscere meglio questo Gesù di cui parla. Per prima cosa prendendo in mano il vangelo, la sua buona notizia per trovarmi faccia a faccia con la sua Parola. E poi cercandolo anche nelle mie giornate e nei piccoli gesti. Ma soprattutto nei fratelli, nei loro occhi, anche quando è più difficile e siamo in disaccordo. La seconda cosa è quella di cercare la felicità: avere il coraggio di essere felici».

Come?
«Costringendomi a conservare uno sguardo benevolo nei confronti della realtà che mi circonda. Facile a dirsi ma spesso difficile da concretizzare senza tornare nella pigrizia o scadere in un apatico buonismo altrettanto sterile. Mi sento chiamato a non accontentarmi! A cambiare punto di vista e capire perché faccio le cose che faccio tutti i giorni. Mi avvicinano davvero alla felicità a cui mi chiama Gesù?».

Quindi un messaggio ricco di concretezza quello di papa Francesco?
«Sì, anche se far passare le parole di papa Francesco dalla carta alla vita reale è semplice e difficile allo stesso tempo. Facile perché le sue parole non sono teoria o realtà immaginaria lontana dal nostro quotidiano ma parlano di cose che noi giovani conosciamo, non hanno bisogno di ulteriori traduzioni. Facile perché parla di cose semplici: essere felici, accoglierci come fratelli, cercare, non arrenderci. Le parole di Francesco ci aiutano a scorgere dei segnali nelle nostre vite e a tradurli in azioni possibili e utili nel cammino verso Gesù. Ci aiutano a ricordare quali sono le cose che contano per essere felici e ci indicano come grandi frecce l’amore di Gesù per noi».

La parte difficile?
«È staccarci dal superfluo e ammettere che tante cose che riempiono le nostre giornate, occupano le nostre vite e rischiano di diventare ostacoli ingombranti. Ecco che per tradurre in vita reale le parole del papa dobbiamo essere capaci, come giovani, di essere originali nel senso di saper ritornare alle origini della nostra felicità».

Proviamo a spiegare.
«Dobbiamo rimanere puri nel cuore e nello sguardo: saper guardare tutto come se fosse la prima volta, liberarci dai soliti modi di vedere quella persona, il lunedì mattina, il nostro paese. Dobbiamo saperci sorprendere, anche nelle cose più semplici come parole tipo “permesso”, “grazie”, “scusa”. Dobbiamo ricordarci di Dio nelle nostre giornate, aprire la chat con lui e non lasciarla sommersa da mille impegni e mille comunicazioni frettolose. La strada verso Gesù porta alla felicità, ma può essere un percorso a volte difficile: è importante, allora, scegliere quelle tre piccole grandi cose che sono il punto di partenza, quelle a cui non possiamo rinunciare, quelle su cui costruire la nostra vita e partire per la grande avventura con lo zaino leggero. Ciò che ci serve lo troveremo lungo il cammino».

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