Salesiani, francescani, gesuiti... chi sono i 20 mila religiosi in Italia
In assemblea fino a venerdì i rappresentanti di 118 congregazioni. Animano 1.200 parrocchie e 477 oratori, oltre a gestire centinaia di scuole, centri culturali, centri per l’assistenza di poveri, tossicodipendenti e malati di Aids, disabili e migranti. “Tiene” la vocazione: quest’anno sono entrati 1.000 nuovi giovani.
Gli uomini consacrati, membri di istituti religiosi maschili, sono 18mila in Italia, 20mila con quelli provenienti da altri paesi, suddivisi in 118 congregazioni più o meno conosciute e numerose. I dati risalgono al 2012 e sono stazionari rispetto a quelli di cinque anni prima; a diffonderli è la Cism, Conferenza italiana superiori maggiori, che ha aperto a Tivoli la sua 54° assemblea generale sul tema “Missione della Chiesa e la vita consacrata. Una lettura dell’Evangelii Gaudium”.
Si va dai salesiani (oltre 2.300) ai minimi (16), dai frati cappuccini (2.049) ai frati minori (1.953), dai monaci trappisti (29) agli ardorini (42) e ai “boccone del povero” (43). 553 i gesuiti, 221 gli orionini, 183 i guanelliani, fino ai venturini, verbiti e vocazionisti.
Un impegno multiforme nella chiesa e nella società
Come religiosi sono presenti in più di 1.200 parrocchie, 207 case di spiritualità, 477 oratori e centri giovanili. Non solo: gestiscono 112 centri per l’assistenza dei poveri, 24 per tossicodipendenti e malati di Aids, 75 case di riposo, 87 strutture per disabili, 3 per minori, 35 per l’accoglienza di migranti.
Inoltre animano 263 istituti scolastici tra materne, elementari, secondarie di 1° e 2° grado, istituti professionali e centri di formazione al lavoro. Ben 120 i centri culturali da loro gestiti, 99 le librerie, 55 le case editrici, 30 le emittenti tra radio e televisione, 337 le riviste.
Vocazioni: mille giovani hanno scelto di entrare in una congregazione
Se permane il calo delle vocazioni italiane, aumentano in America Latina, Asia, Africa. Eppure nel nostro paese quest’anno sono un migliaio i giovani che hanno scelto di entrare in una congregazione religiosa maschile. Una formazione compiuta in oltre 800 strutture tra seminari, comunità di accoglienza vocazionale, noviziati, studentati, centri teologici e di formazione.
Il sogno di una chiesa missionaria
Fino al 7 novembre a Tivoli sono riuniti in 130 tra superiori provinciali, delegati regionali, vicari episcopali, provenienti da tutte le regioni. «I religiosi d’Italia hanno piacere di sognare lo stesso sogno di papa Francesco: una scelta missionaria della chiesa capace di trasformare ogni cosa. Vogliamo coinvolgerci attraverso la gioia dell’annuncio, dove la buona notizia è gioia e speranza, dialogo con l'uomo, con chi non crede, chi è lontano, è povero e in difficoltà. Occorre non pensarci nella logica dell’autopreservazione, ma in stato di “uscita”. Una comunità che non ha paura di fare il primo passo, che va incontro, che cerca i lontani e arriva agli incroci delle strade per invitare gli esclusi», afferma padre Luigi Gaetani, presidente della Cism.
E auspica: «È urgente osare un po’ di più, a imitazione dei tanti fratelli che ci hanno preceduti e hanno speso la vita per il bene di tutti e l’amore di Dio. Dentro questo orizzonte ecclesiale, crediamo che il futuro della vita religiosa non sia affatto nero perché non è un mondo che sta morendo, ma un nuovo mondo che sta nascendo e noi dobbiamo avere occhi per scrutare gli spazi della speranza e cuore per piegarci su ogni uomo».
Venerdì 7, a conclusione dei lavori, è previsto l’incontro con papa Francesco.