Pastorale giovanile, carità e aspetto antoniano. Le priorità dei minori conventuali
Dal capitolo dei frati minori conventuali della Provincia italiana di Sant’Antonio, oltre a scaturire alcune riflessioni e analisi sul quadriennio appena concluso, sono state delineate le linee programmatiche per il futuro e evidenziati i cambiamenti, in particolare gli spostamenti dei frati da una comunità all’altra, i cambi ai vertici e le chiusure di strutture a causa delle minori forze a disposizione.
«È stato un capitolo molto sereno – esordisce padre Andrea Vaona, segretario dei frati minori conventuali della Provincia italiana di Sant’Antonio – Impegnativo, anche, perché suddiviso in due sessioni: la prima in marzo, in cui è stato riconfermato ministro provinciale padre Giovanni Voltan, e la seconda appena conclusa fra fine giugno e i primi di luglio. C’è stata una buona partecipazione attiva, uno scambio proficuo con discussioni in sessione plenaria».
Dal capitolo, oltre a scaturire alcune riflessioni e analisi sul quadriennio appena concluso, sono state delineate le linee programmatiche per il futuro e evidenziati i cambiamenti, in particolare gli spostamenti dei frati da una comunità all’altra, i cambi ai vertici e le chiusure di strutture a causa delle minori forze a disposizione.
«Dal quadriennio precedente – continua padre Vaona – è emerso che il cammino proposto è stato recepito dai frati. Interessante il fatto che un tempo si parlava di ridisegno della provincia, ora invece di riforma, un termine molto più ampio e complesso, profondo, impegnativo. Due comunità sono state chiuse, a Mestre e Vicenza, e questo comporta una ridistribuzione delle persone. Il progetto provinciale quadriennale, il documento carismatico-spirituale dal titolo Ringraziate e servite con grande umiltà. Tra realtà e profezia è stato formulato in chiave carismatica: questa è una novità. Si è quindi più attenti al carisma francescano.
Gli ambiti sui quali si punta maggiormente saranno quello della pastorale giovanile vocazionale, della pastorale della carità e un’attenzione all’aspetto antoniano, cioè ai pellegrinaggi e alle giornate antoniane.
Poi naturalmente ci sono anche degli aspetti più interni che riguardano maggiormente la vita dei frati».
Il capitolo è un momento generativo delle idee
Da settembre si avvierà la fase di riflessione su come attuare nelle diverse realtà locali quanto emerso e come dare compimento a quanto condensato nel documento.
«È stata un’esperienza molto profonda – conclude padre Andrea – anche perché è stato il secondo capitolo della neonata Provincia italiana di sant’Antonio che riunisce il nord Italia, Emilia Romagna compresa, e si è percepito molto il nuovo indirizzo, mentre quattro anni fa questo aspetto era ancora marginale. È stato un momento per prendere consapevolezza della nuova realtà, che ora ha un respiro più ampio. Almeno 80 sono poi i frati che si sono resi disponibili a cambiare casa religiosa per offrire i loro servizi e competenze per il bene della provincia religiosa. Non è mancata l’attenzione per le comunità di Portogallo e Cile che vedranno l’arrivo di nuovi religiosi a servizio di queste realtà a maggior carattere missionario. L’Indonesia invece, grazie anche alle molte vocazioni, in un futuro non remotissimo potrà diventare autonoma».