Inizia la sagra di Ronchi di Casalserugo. "Accogliere tutti, imparando da San Martino"

La comunità festeggia dal 4 al 27 novembre grazie ai 130 volontari. Ricco il calendario di svaghi ma, come insegna Martino, non saranno dimenticati i più bisognosi, in particolare i terremotati dell'Italia centrale.

Inizia la sagra di Ronchi di Casalserugo. "Accogliere tutti, imparando da San Martino"

Il gesto di tagliare una parte del proprio mantello per donarla a un povero ha fatto di Martino uno dei santi più immediatamente riconoscibili (e simpatici) dell'agiografia cristiana. Ma anche uno dei più "scomodi", perché il suo esempio è così diretto e palese che è impossibile non capire come poterne imitare le eroiche virtù. C'è solo da agire.

Per questo motivo, la sagra della parrocchia di Ronchi di Casalserugo, intitolata al vescovo cavaliere di Tours, vuole essere uno strumento per veicolare e attuare l'insegnamento del patrono, prima ancora che un'occasione di divertimento, che pure non manca. Affidatari di questo compito sono i volontari: circa 130 persone - praticamente un abitante su dieci - per un servizio che occupa una decina di giornate 4 al 27 novembre.

«Ogni volta che compiamo un gesto gratuito - è il messaggio del parroco di Ronchi, don Giorgio Bozza - facciamo sentire importante una persona e l'accogliamo prima di tutto per quello che è e non per ciò che ha, senza neppure rendercene conto noi stiamo vivendo e mettendo in pratica il vangelo. Matteo, al capitolo 25, parla del giudizio universale. Seduto sul suo trono Dio dichiara: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare, sete, ero nudo e mi avete vestito... Venite benedetti!". È proprio quello che fece san Martino ed è anche l'intento della nostra sagra paesana: cercare di accogliere e far vivere un momento di comunione, fraternità, gioia a tutti coloro che desiderano venirci a trovare».

Si prova, inoltre, ad alleviare le sofferenze di chi è meno fortunato. La cena di venerdì 18 prevede un menù a base di amatriciana, porchetta e patatine, che per quella sera ruberanno la scena agli apprezzati primi e secondi piatti della tradizione veneta. Il ricavato sarà devoluto alle popolazioni terremotate dell'Italia centrale. «L'iniziativa - spiega il vice presidente del consiglio pastorale parrocchiale, Giancarlo Barison - rientra nel progetto "Mani e cuore di San Martino" che è il contenitore delle nostre attività solidali in favore degli "ultimi" vicini e lontani, ai quali viene sempre riservata una percentuale del ricavato della sagra. Altri segni di quest'attenzione sono i mercatini in favore di Orizzonte Tumaini onlus per l'Africa e dell'Anffas di Conselve».

La festa patronale, ovviamente, è anche per la parrocchia un'occasione per raccogliere qualcosa per sostenere le proprie iniziative e strutture, tra cui il palazzetto polifunzionale riscaldato che ospita la sagra. «Questo, però, non può e non deve essere l'unico obiettivo - riprende don Bozza - In nome della comunione, dell'affiatamento e dello stare insieme si può anche "perdere" qualche centinaio di euro. La vera ricchezza di una comunità parrocchiale, il nostro vero profitto, sta, infatti, in questi valori spirituali che durante l'anno cerchiamo di vivere nei diversi appuntamenti, come feste, grest, formazione, liturgie, catechesi e sport».

La sagra promuove questa aggregazione fraterna con un ricco cartellone di serate danzanti nel quale si inseriscono diversi altri appuntamenti. Spiccano la serata per i giovani, con cibo e musica dedicati, e la festa delle famiglie, con una messa che dà particolare rilevanza al ricordo degli anniversari di matrimonio più significativi e un pomeriggio di giochi di una volta per tutte le età (domenica 27). Le proposte culturali includono un incontro sul tema "Patriarcati o pratiarcati?" (mercoledì 9), una mostra di fotografie storiche fornite dagli stessi parrocchiani e un pomeriggio a teatro con "La scuola dei nonni" seguito da una castagnata (domenica 20).

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