Giovani e famiglie, il nuovo dramma è la "povertà energetica"
Statistiche esaustive non ne esistono, ma si stima che oltre una famiglia su 5 abbia difficoltà a pagare il riscaldamento, mentre il 10 per cento dei giovani è in piena povertà energetica. Guardando i dati raccolti in 21 Centri di ascolto vicariali, l’erogazione per i pagamenti delle bollette rappresenta il 64 per cento del totale. Ecco la nuova "povertà energetica" fotografata dal Report dell'Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse.
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In Italia più dell’11 per cento delle famiglie è oggi sotto la soglia della povertà relativa.
Soffrono le famiglie numerose, soffrono gli anziani soli, soffrono sempre di più i giovani: ormai l’8 per cento di chi si rivolge alle Caritas ha tra i 18 e i 34 anni, una percentuale in continuo aumento che è solo la punta estrema dell’iceberg rappresentato dal disagio di un’intera generazione.
Nel 2016 nei Centri di Ascolto vicariali e in quello diocesano si sono rivolte 2.603 persone.
Le problematiche economiche (38 per cento) e lavorative (25 per cento) sono le principali, seguono a stretto giro quelle abitative (13 per cento) e di salute (10 per cento). Analizzando le problematiche, un 35 per cento denuncia l’assenza di reddito, e un 40 per cento l’insufficienza per garantire un minimo vitale.
Ma accanto a povertà evidenti, come la mancanza di lavoro, ce ne sono altre che si nascondono, o che semplicemente non riescono a “fare notizia”, ma che sono drammaticamente concrete.
Una di queste è la cosiddetta povertà energetica, che Caritas Padova ha mappato analiticamente nel suo ultimo report presentato sabato scorso. Perché nemmeno avere un tetto sopra la testa è sufficiente a mettere al riparo, se poi non riesci a pagare le bollette e presto o tardi in quella casa sei costretto a vivere senz’acqua, senza riscaldamento, senza energia elettrica…
«Le utenze – ricorda don Luca Facco, direttore di Caritas Padova – stanno diventando un’emergenza, tanto è diffusa e radicata oggi la difficoltà a pagarle. Un dramma che non fa rumore, eppure stiamo parlando di persone che vengono private dell’acqua, della luce… di beni primari».
Quante? Statistiche esaustive non ne esistono, ma si stima che oltre una famiglia su 5 abbia difficoltà a pagare il riscaldamento, mentre il 10 per cento dei giovani è in piena povertà energetica.
Guardando i dati raccolti in 21 Centri di ascolto vicariali, l’erogazione per i pagamenti delle bollette rappresenta il 64 per cento del totale delle erogazioni, senza dimenticare che molte persone si rivolgono direttamente alla parrocchia.
Tanti soldi, e tanto impegno a “tamponare le falle”, ad esempio dialogando con gli enti gestori per trovare soluzioni non traumatiche agli insoluti. Bastano questi numeri a comprendere le dimensioni, enormi, di un problema che la liberalizzazione del mercato – con una selva di offerte simile a un labirinto – non ha certo contribuito a ridurre.
Cosa fare?
Per una comunità cristiana la strada è obbligata, ed è quella – lo ha ricordato il vescovo Claudio introducendo i lavori – che passa per l’ascolto delle persone:
«Un ascolto attento, profondo. Che si faccia sguardo, che produca relazione. E che si traduca in gesti concreti. Ma non basta pagare una bolletta, bisogna che il gesto diventi occasione di incontro fraterno, tra persone. Perché non si tratta di “aiutare”: la vera sfida è essere chiesa capace di camminare insieme alle persone. In primo luogo quelle in difficoltà».
E che non si tratti solo di pagare una bolletta lo dimostrano anche altri dati.
Spesso, ad esempio, le famiglie vanno aiutate a risparmiare con scelte di spesa più oculate. Altre volte vanno accompagnate a conoscere le tante misure di sostegno economico – in Italia sono ben 35, tutte erogate da soggetti diversi... – di cui magari nessuno ha mai detto loro nulla.
Quasi sempre, ciò che serve è tessere reti tra parrocchie, servizi sociali, patronati, associazioni per una efficace e coordinata presa in carico.
«La crisi – conclude don Luca Facco – si affronta facendo rete, investendo sulla comunità. E investendo sulle persone: se ascoltiamo le loro storie, ci troviamo dentro speranza, tenacia, energie, voglia di non arrendersi. Per noi sono solo poareti da aiutare, o persone che insieme a noi possono riemergere, e che hanno tanto da dare? È proprio vero: è lo sguardo che fa la differenza».