Domenica 2 ottobre San Giacomo di Monselice saluta i “suoi” frati minori
Domenica 2 e martedì 4 la comunità di San Giacomo saluta dopo secoli, e dopo cinquant’anni di istituzione della parrocchia, la sua comunità di frati minori. Un addio inatteso, doloroso, ma ricco di gratitudine e con più di una speranza per il futuro di San Giacomo.
La comunità di San Giacomo di Monselice si prepara a un addio doloroso, ma carico di gratitudine.
Dopo secoli e secoli di presenza a Monselice, ed esattamente a 50 dall’istituzione, nel 1966, della parrocchia di San Giacomo, se ne andranno verso altre mete i frati minori. Sono sei i religiosi che oggi abitano l’antico convento: tra questi, il padre guardiano Giampaolo Menghini e padre Floriano Broch, parroco di San Giacomo dal 30 settembre 2007.
La decisione è stata presa in estate dal capitolo della nuova Provincia del Nord Italia, intitolata a Sant’Antonio, dei frati minori, eretta il 16 maggio scorso dalla fusione di ben sei province precedenti.
«Quest’anno – racconta il guardiano padre Giampaolo Menghini – sono morti già venti frati nel Nord Italia, a fronte di un unico ingresso nell’ordine. Le motivazioni della chiusura del nostro convento sta nel numero ridotto di vocazioni e dell’età avanzata».
San Giacomo non è l’unica parrocchia retta dai minori che vedrà nel 2016 il saluto – spesso dopo secoli – dei suoi frati. Stessa sorte tocca al convento di Cordenons, in provincia di Pordenone, e a Treviso, che però, a quanto risulta, hanno avuto qualche mese in più per prepararsi a salutare le proprie comunità.
La notizia è arrivata ai religiosi a fine luglio, ma è stato il provinciale dei Minori del Nord Italia, domenica 14 agosto, a comunicarla ai fedeli durante le messe. Altri dettagli sono stati comunicati nel corso di un lungo consiglio pastorale del 25 agosto.
La comunità saluterà il parroco padre Floriano domenica 2 ottobre alla messa delle 10, alla quale seguirà un pranzo aperto a tutti.
L’ultimo saluto ai frati invece avverrà con una messa di ringraziamento martedì 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi, con la messa delle 18.30.
«Ci dispiace andare via – confida, con una punta di commozione, padre Giampolo Menghini – qui c’è tanta gente che è rimasta affezionata a noi e per la quale eravamo un punto di riferimento. Ma l’obbedienza ora ci porta altrove».
Cinque religiosi andranno in altre comunità del Veneto, mentre l’attuale parroco, padre Floriano, andrà a Carpi, in provincia di Modena.
Il vescovo Claudio ha già nominato il sostituto: il 9 ottobre farà il suo ingresso in comunità, come amministratore, don Marco Galante, cappellano all’ospedale di Schiavonia.
La comunità di San Giacomo è una comunità molto attiva, che attorno ai frati ha costruito una forte rete sociale ricca di appuntamenti, incontri, una sagra ben partecipata dedicata al Perdon d’Assisi e una grande attenzione alla carità con una mensa dei poveri. La parrocchia conta addirittura un ostello per i pellegrini, e grazie ai frati pure su un museo missionario e un vasto archivio storico, destinati entrambi ad essere trasferiti.
«Padre Floriano ha fatto moltissimo qui a San Giacomo – racconta Stefano Sguotti del consiglio pastorale – ora chiediamo di essere accompagnati in futuro, anche nell’ottica prevedibile di un’unità pastorale con il Duomo. Speriamo, con il nuovo amministratore, di continuare a tenere vivi i servizi di prima».
I prossimi mesi saranno decisivi. C’è però una speranza all’orizzonte. Flebile, ma concreta: già ci sono stati alcuni contatti tra i frati e rappresentanti di altre congregazioni perché il convento centenario continui ad essere tale, seppur per religiosi con abiti diversi.